Dal 1° gennaio 2025, le imprese italiane devono rispettare una nuova normativa fiscale relativa ai veicoli aziendali a uso promiscuo (professionale e personale). Questa novità, introdotta dalla Legge di Bilancio 2025, modifica in modo significativo il calcolo e l’imposizione dei fringe benefit legati all’uso delle auto aziendali. Ecco cosa bisogna sapere per affrontare al meglio questo cambiamento.
La riforma si applica esclusivamente ai veicoli immatricolati a partire dal 1° gennaio 2025 e assegnati a un dipendente per un uso promiscuo (lavoro e vita privata). Le auto assegnate prima di questa data restano soggette al vecchio regime, basato sul livello di emissioni di CO₂.
D’ora in poi, il fringe benefit imponibile sarà calcolato sulla base del 50 % del costo d’uso teorico del veicolo, determinato per una percorrenza convenzionale di 15.000 km annui, secondo le tabelle ACI (Automobile Club d’Italia).
Questo costo include tutte le spese legate all’utilizzo del veicolo: carburante, assicurazione, manutenzione, ammortamento, ecc. L’obiettivo è una valutazione più equa e realistica, basata su un uso standard anziché su soglie di emissione spesso distanti dall’effettivo utilizzo del mezzo.
Riduzioni per veicoli elettrici e ibridi plug-in
In ottica di transizione ecologica, il legislatore ha previsto agevolazioni fiscali mirate:
Queste riduzioni si applicano al fringe benefit calcolato in base alla percorrenza annua di riferimento. L’intento è chiaro: incentivare le aziende a rinnovare le flotte aziendali orientandosi verso soluzioni più sostenibili.
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Per evitare un cambio troppo brusco, è stato previsto un regime transitorio. I veicoli ordinati entro il 31 dicembre 2024 e assegnati entro il 30 giugno 2025 continueranno a rientrare nel vecchio sistema:
Questo meccanismo consente alle imprese di portare a termine gli ordini già avviati, dando tempo per adeguarsi gradualmente al nuovo modello.
La riforma richiederà un aggiornamento dei reparti risorse umane e amministrazione, che dovranno applicare le nuove tabelle ACI per il calcolo dei fringe benefit da dichiarare.
Per i dipendenti, il cambiamento potrebbe comportare una variazione dell’importo imponibile, e in alcuni casi una tassazione più favorevole, in particolare con un veicolo elettrico.
Uno degli obiettivi dichiarati della riforma è favorire una mobilità aziendale più sostenibile. Rendendo la tassazione meno vantaggiosa per i veicoli termici e più leggera per quelli a basse emissioni, lo Stato incoraggia le imprese a ripensare la politica di assegnazione dei veicoli.
La riforma fiscale sulle auto aziendali del 2025 rappresenta un vero tournant nella gestione dei benefit legati ai veicoli a uso promiscuo. Abbandonando il sistema basato sulle emissioni di CO₂ in favore di un calcolo forfettario su una percorrenza standard, il governo mira a semplificare le regole e a promuovere una mobilità più sostenibile.
I veicoli immatricolati dal 1° gennaio 2025 verranno tassati in base al 50 % del costo annuo per 15.000 km, secondo le tabelle ACI. Questo metodo più neutro e prevedibile si accompagna a incentivi fiscali concreti per le aziende che scelgono soluzioni ecologiche: -10 % per i veicoli elettrici, -20 % per gli ibridi plug-in.
Il regime transitorio valido fino al 30 giugno 2025 lascia alle imprese un margine di manovra per adattarsi. Resta ora a ciascun datore di lavoro il compito di rivedere la propria strategia di mobilità aziendale alla luce delle nuove regole, con uno sguardo attento sia ai costi fiscali che agli obiettivi ambientali.
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