Negli ultimi anni la mobilità sostenibile è diventata una priorità in Italia. Zone a basse emissioni, incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici, sviluppo del car sharing: tutto sembra andare nella giusta direzione.
Eppure, i dati raccontano un’altra storia. Secondo il rapporto 2024 dell’Osservatorio SUNRISE (MOST – Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile), le emissioni di CO₂ legate al trasporto su strada sono aumentate del 3% in cinque anni.
Come si spiega questa incongruenza?
L’età media delle auto circolanti in Italia ha superato i 12 anni, una delle più alte d’Europa. Più le vetture invecchiano, più consumano e più emettono gas serra. Molti veicoli ancora in circolazione rispettano solo le norme Euro 3 o Euro 4, molto meno efficienti rispetto alle motorizzazioni moderne.
Gli incentivi per la rottamazione esistono, ma il rinnovo del parco auto procede lentamente. Le cause principali sono il prezzo elevato dei nuovi veicoli, la burocrazia legata agli eco-bonus e la scarsa diffusione del mercato dell’usato elettrico.
Un altro fattore rilevante è la popolarità dei SUV, sempre più pesanti e dispendiosi in termini di consumi. In Italia rappresentano ormai quasi un’auto nuova su due. Anche quando sono ibridi, il loro peso maggiore implica un consumo superiore e, quindi, più CO₂ emessa per ogni tragitto.
Le politiche pubbliche sostengono la transizione ecologica, ma la realtà quotidiana resta complessa. Le infrastrutture di ricarica sono ancora distribuite in modo disomogeneo, rallentando la diffusione dei veicoli elettrici nelle aree rurali. Inoltre, il costo dell’elettricità e la lentezza della ricarica preoccupano molti automobilisti.
Allo stesso tempo, l’aumento del traffico post-pandemia, la ripresa economica e il ritorno agli spostamenti casa-lavoro hanno contribuito al nuovo aumento delle emissioni.
La mobilità sostenibile non dipende solo dalla tecnologia, ma anche dai comportamenti individuali. Gli italiani, molto legati alla propria auto, adottano con riluttanza soluzioni come il car sharing o i trasporti pubblici. Anche se in crescita, queste alternative restano ancora marginali rispetto all’uso quotidiano dell’auto privata.
Un’auto vecchia non solo inquina di più, ma pesa anche di più sul portafoglio: manutenzione più frequente, maggiori consumi e tasse più elevate nelle città con restrizioni ambientali. Molti automobilisti devono decidere se continuare a usare un’auto inquinante e costosa o passare a una soluzione più pulita, anche se meno conveniente nel breve periodo.
Le aziende devono conciliare sostenibilità e bilanci. Rinnovare le flotte con modelli ibridi o elettrici richiede investimenti significativi e una pianificazione attenta. Tuttavia, questa transizione è indispensabile: riduce le emissioni complessive, ottimizza il costo totale di possesso (TCO) e migliora l’immagine ambientale dell’impresa.
Ridurre le emissioni passa anche da uno stile di guida più intelligente. Gli assistenti Coyote aiutano i conducenti in questo percorso: avvisi sui limiti di velocità, informazioni sul traffico in tempo reale, segnalazioni di pericoli o rallentamenti. Una guida più fluida e anticipata consente di ridurre fino al 15% i consumi di carburante, e quindi le emissioni di CO₂.
La mobilità sostenibile non significa solo cambiare auto, ma anche cambiare abitudini. Adeguare la velocità, evitare accelerazioni brusche, controllare la pressione Dei pneumatici o pianificare il percorso: piccoli gesti che fanno una grande differenza. Vuoi guidare in modo più responsabile e sicuro? Scarica subito l’app Coyote e scopri un nuovo modo di vivere la strada.
Scoprire
L’aumento delle emissioni di CO₂ nonostante gli sforzi per la mobilità sostenibile dimostra che la transizione non si impone: si accompagna. Il rinnovo del parco auto, l’evoluzione dei comportamenti e l’ammodernamento delle infrastrutture sono tutti elementi chiave.
Coyote, con le sue soluzioni connesse, promuove una mobilità più fluida, più sicura e più rispettosa dell’ambiente.
Trova tanti altri consigli sul mondo dell’auto nel blog di Coyote!