L’Italia sta pianificando una mossa strategica che potrebbe ridisegnare il panorama industriale e automobilistico della penisola. Il governo, guidato da Giorgia Meloni e rappresentato in questa iniziativa dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha iniziato a valutare l’opportunità di far atterrare sul suolo italiano la casa automobilistica cinese BYD, colosso nella produzione di veicoli elettrici.
Non è un caso che l’Italia abbia messo gli occhi proprio su BYD. L’azienda si è infatti data da fare nel 2023, superando Tesla di Elon Musk e guadagnandosi il titolo di numero uno al mondo nella produzione di macchine elettriche, con ben 526 mila veicoli venduti nel solo terzo trimestre.
Il dialogo con BYD non è solo un tentativo di attrarre investimenti stranieri e di generare nuovi posti di lavoro, ma è anche una mossa strategica rispetto alle recenti decisioni di Stellantis. Quest’ultimo, unico grande produttore automobilistico con radici italiane nato dalla fusione tra Fiat e Chrysler, ha infatti aperto la possibilità di spostare parte delle sue attività in Paesi con costi di manodopera più bassi.
Una mossa che ha messo sotto pressione l’industria italiana, già alle prese con la difficile transizione verso i veicoli elettrici, ponendola di fronte a una sfida cruciale: mantenere alta la competitività in un settore in rapida evoluzione, dove l’innovazione tecnologica e la sostenibilità ambientale diventano criteri imprescindibili per il successo.
In questo quadro, l’arrivo di un nuovo attore come la casa automobilistica cinese BYD potrebbe portare una ventata di novità e permetterebbe di affrontare la sfida italiana. L’arrivo di BYD avrebbe il duplice vantaggio di stimolare l’innovazione e la competizione nel settore, incoraggiando allo stesso tempo le case automobilistiche della penisola ad accelerare il passo verso la transizione ecologica.
Qualsiasi sia la vostra auto, l’applicazione Coyote vi permette di viaggiare con maggiore tranquillità e sicurezza, grazie ai suoi avvisi in tempo reale e alla grande community di automobilisti attivi e collaborativi.
Per mantenere alto il prestigio del made in Italy, il governo italiano ha avanzato una richiesta specifica a BYD: non limitarsi al mero assemblaggio di componenti cinesi, ma integrare nella produzione parti prodotte in Italia. L’obiettivo del governo è infatti chiaro: aprire alla casa automobilistica cinese assicurandosi che l’eventuale stabilimento produttivo contribuisca effettivamente alla catena del valore nazionale e che stimoli l’innovazione e la qualità che contraddistinguono il made in Italy nel contesto globale.
Tuttavia, accettare questa richiesta potrebbe rappresentare una sfida non da poco per il colosso cinese, vista la sua strategia incentrata sulla riduzione dei costi grazie all’uso di componenti prodotti in Cina. Questo metodo ha finora ottimizzato la produzione e sfruttato fornitori competitivi, contribuendo al successo globale della casa automobilistica BYD. Ma, per allinearsi alle aspettative italiane, l’azienda potrebbe dover rivedere questo modello senza perdere in accessibilità e attrattiva dei suoi veicoli elettrici.
L’espansione di BYD in Ungheria, dove ha previsto l’apertura del suo primo impianto di produzione, dimostra l’intento dell’azienda di rafforzare la sua presenza nel continente europeo.
Questa mossa però si inserisce in un contesto più ampio, caratterizzato da tensioni commerciali e politiche industriali. La Commissione Europea ha infatti manifestato preoccupazioni sulle pratiche di mercato della casa automobilistica cinese e sta attualmente indagando sui sussidi statali concessi dall’amministrazione cinese ai suoi produttori di auto elettriche, accusati di praticare una competizione sleale nei confronti delle fabbriche automobilistiche europee.
In questo scenario, la produzione locale diventa una strategia per BYD per aggirare potenziali ostacoli tariffari e rafforzare la sua presenza sul mercato europeo, e offrendo all’Italia l’opportunità di dare nuovo slancio al proprio settore industriale e occupazionale.
Antonio NERVI