Quanto costa ricaricare un’auto elettrica? Ecco una domanda essenziale che tutte le persone si fanno nel momento in cui iniziano ad accarezzare l’idea di acquistare un’e-car. Impossibile fare altrimenti: di fronte al maggiore costo di acquisto del veicolo a batteria, non si può fare altro che indagare la presenza di vantaggi economici a livello di utilizzo. Tutti sanno ovviamente che un veicolo elettrico non genera emissioni nocive durante l’utilizzo, e che quindi il suo impatto ambientale è concretamente minore rispetto ai veicoli a motore endotermico. Questo è sicuramente già di per sé un ottimo motivo per tenere in considerazione l’acquisto di un’auto che non viene alimentata con combustibili fossili, per tagliare le emissioni di gas serra. Non può essere poi trascurato il fatto che l’auto elettrica ha bisogno di meno manutenzione rispetto ai modelli classici, così da risparmiare un po’. Ma la vera partita si gioca sui consumi, e quindi sul costo del pieno: vediamo quindi quanto costa ricaricare un’auto elettrica.
Per capire quanto costa ricaricare un’auto elettrica è fondamentale sapere che non c’è un unico modo per fare il pieno di energia nella batteria di un veicolo BEV o ibrido plug-in. Al contrario, esiste una gamma di possibilità differenti, ognuna con tariffe diverse, oltre che pro e contro. Prima di vedere il prezzo del pieno di un veicolo a batteria è bene saper distinguere le diverse tipologie di ricarica.
Pensiamo ai punti di ricarica pubblici, e quindi alle stazioni di servizio che si possono trovare lungo la strada. In questi casi si può avere a che fare con colonnine a corrente alternata o con punti di ricarica a corrente continua. Nel caso delle colonnine a corrente alternata si ha che fare con potenze massime di volta in volta da 7 a 11 o 22 kW. Nel caso dei punti di ricarica a corrente continua invece si trovano potenze da 50 kW o superiori (il che significa che quell’impianto è in grado di erogare 50 o più kW in 60 minuti).
Per completezza va sottolineato il fatto che la potenza massima di una ricarica non dipende solo dalla soglia dell’impianto di ricarica scelto: anche il caricatore installato a bordo dell’auto ha un suo limite massimo. Come si può intuire, è il limite più basso, dell’auto o della colonnina, a stabilire quale sarà la potenza massima che potrà essere effettivamente raggiunta.
Nel caso dei punti di ricarica a corrente continua è possibile accedere al servizio di ricarica rapida, senza che l’energia debba passare attraverso il caricatore a bordo per essere convertita da alternata a continua.
Siamo ora pronti per vedere quanto costa ricaricare un’auto elettrica in una colonnina pubblica. Sul territorio nazionale sono attivi diversi operatori, i quali presentano tariffe di volta in volta differenti. Restringendo lo sguardo alle colonnine che offrono delle ricariche a bassa potenza, e quindi fino a 11 kW, si avranno dei prezzi compresi tendenzialmente tra i 40 centesimi e i 45 centesimi di euro per ogni kW ricaricato. Si parla, ovviamente, di ricariche lente. Delle colonnine che invece offrono una ricarica a 22 kW presentano una tariffa leggermente più alta, tra i 0,50 e i 0,60 euro a ogni kW. Chi dovesse avere fretta, inoltre, potrà servirsi delle colonnine ad alta potenza, le quali offrono ogni kW per poco meno di 80 centesimi di euro.
Non bisogna però pensare unicamente al costo per kilowatt. In molti casi è infatti necessario tenere in considerazione anche gli eventuali abbonamenti obbligatori per usufruire di determinate collonnine di ricarica. In quel caso si paga un fisso, per esempio mensile, a fronte di tariffe leggermente scontate. Lo scopo delle aziende che offrono il servizio di ricarica unicamente agli abbonati è ovviamente quello di fidelizzare l’utente.
Per capire quanto costa il pieno dell’auto elettrica, una volta scoperta la tariffa della colonnina di ricarica, è però necessario sapere anche quanti kW saranno necessari. Il loro numero cambia in base all’energia già presente nella batteria, nonché ovviamente in base alla sua effettiva capacità. Ipotizziamo un automobilista che vuole fare il pieno della propria batteria da 70 kW (e quindi notevole), la quale però ha ancora un po’ di energia residua al suo interno. In questo caso, avendo tempo a disposizione – e optando quindi per una colonnina per la ricarica lenta – potrà fare il pieno con circa 25 euro.
A questo punto sarebbe ovviamente necessario capire anche qual è l’autonomia effettiva a disposizione. Questo dato però varia grandemente in base al modello, alla salute della batteria, al percorso effettivo e allo stile di guida.
E se invece si scegliesse di ricaricare l’auto con la propria rete domestica? Di certo questa è l’opzione più economica. Ci sono però degli aspetti da tenere in considerazione. Una normale rete domestica potrebbe avere qualche difficoltà a supportare la ricarica di un’auto nel momento in cui ci siano degli elettrodomestici in funzione. Pensiamo a chi decide di “attaccare” l’auto alla presa domestica mentre la stessa utenza sta rifornendo un forno e magari un asciugacapelli: la probabilità di far scattare il limitatore di potenza è molto alta. Ecco quindi che chi desidera ricaricare senza problemi l’auto in casa dovrebbe chiedere al proprio gestore un aumento di potenza.
Detto questo, il costo del pieno di un’auto elettrica ricaricata in casa muta in base alla tariffe decise in sede contrattuale con il proprio gestore. In linea di massima si parla di circa 0,25 – 0,30 euro al kW. Come si può capire fin da subito, il costo del pieno risulterà in questo modo concretamente minore. La stessa auto di prima, nelle stesse condizioni, potrà fare un pieno con circa 15 euro. Non si tratterà però certo di una ricarica rapida, richiedendo di fatto più di 15 ore!
Per abbassare ulteriormente il costo della ricarica domestica della propria auto a batteria sarebbe eventualmente necessario installare un impianto fotovoltaico. Il quale però, non servirebbe nemmeno sottolinearlo, presenta dei costi di acquisto e di installazione tutt’altro che trascurabili.