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Burocrazia, arriva il certificato di proprietà digitale

Vita più semplice per oltre 40 milioni di italiani, ma anche maggior sicurezza. Adesso diventa impossibile smarrire il certificato di proprietà o rubarlo e modificarlo per eventuali truffe. Un documento digitale non si perde né si deteriora

Addio carta, il certificato di proprietà dei veicoli a motore diventa digitale. Una novità che interessa oltre 40 milioni di italiani. Adesso chi acquista un veicolo, nuovo o usato, non riceverà più il consueto certificato di proprietà cartaceo rilasciato dal Pubblico registro automobilistico (Pra). Al suo posto, una versione integralmente digitale, custodita in maniera virtuale negli archivi informatici del Pra. Al momento dell’acquisto, al proprietario sarà rilasciata una ricevuta dell’avvenuta registrazione che conterrà anche il codice di accesso personalizzato (e una password), attraverso cui visualizzare online il documento sul sito www.aci.it.

Benefici. Nessun risparmio diretto, quando si acquista un veicolo. Il certificato di proprietà digitale evita il rischio di smarrimento, elimina le frodi legate al furto o alla falsificazione del documento cartaceo e solleva gli automobilisti da numerose incombenze: lo sanno bene i circa 300.000 italiani che ogni anno ne devono denunciare la perdita e richiedere il duplicato (operazioni onerose). Secondo il Pra, gli italiani risparmieranno 4,5 milioni di euro. In più, verranno pure eliminati 30 milioni di fogli di carta, oltre a tonnellate di inchiostro.

Il commento. Con la digitalizzazione del certificato di proprietà “si compie un fondamentale passo per un rapporto sempre più semplice ed efficace tra gli italiani e il Pra, custode della proprietà dei nostri veicoli – ha dichiarato il presidente dell’Automobile Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani -. L’Aci rappresenta oltre un milione di automobilisti e non si è sottratta alla sfida sull’innovazione digitale, anzi negli ultimi anni ha accelerato e intensificato gli sforzi. Come risultato eliminiamo un documento, in risposta alle richieste del Governo, e diamo un contributo significativo all’innovazione del Paese”.

Vincenzo Bonanno

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