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Multe in ritardo a Milano: il ministero dell’Interno si schiera con gli automobilisti

Il Viminale ha pronunciato la parola definitiva sulla querelle che ha coinvolto il capoluogo lombardo. Pomo della discordia, le violazioni del Codice della strada notificate oltre i termini previsti dalla norma.
Verbali notificati ben oltre i 90 giorni previsti dalla legge, facendo scattare i termini non dalla data dell’infrazione, bensì da quella dell’accertamento. Un trucco adottato nei mesi scorsi dal Comune di Milano per “legalizzare” migliaia di multe che altrimenti sarebbero pervenute ai destinatari fuori tempo massimo. Adesso però arriva lostop del ministero dell’Interno. Una vera e propria doccia fredda per Palazzo Marino.
MOTIVAZIONI. Il provvedimento del Viminale parla chiaro. «Il giorno a partire dal quale si calcola la decorrenza dei termini non può che essere individuato in quello della commessa violazione. Le ragioni che possono legittimare gli enti a cui appartengono gli organi accertatori a superare tali limiti non possono che dipendere dafattori esterni e non da prassi organizzative interne», si legge nel provvedimento. Il Comune si appella a quest’ultimo punto. Il “fattore esterno”, per Palazzo Marino, è rappresentato dall’infinità di infrazioni rilevate per eccesso di velocità dopo l’installazione dei nuovi autovelox, lo scorso marzo. A causa dell’alto numero di violazioni, gli uffici preposti della polizia locale infatti non sono stati in grado di gestire le multe nei termini di legge (i 90 giorni previsti dal Codice della strada). Una spiegazione, però, che non sta in piedi. Visto pure che igiudici di pace hanno iniziato ad accogliere i ricorsi.
CHIARIMENTI. Anche il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi ha detto la sua, rispondendo a un’interrogazione durante un “question time” alla Camera. «L’interpretazione estensiva (facendo scattare i termini di decorrenza per la notifica del verbale non dal momento dell’infrazione ma da quello dell’accertamento) non può essere considerata legittima e i Comuni si devono adeguare. Come i Comuni chiedono il rispetto della legge ai cittadini, noi dobbiamo chiedere ai Comuni il rispetto della legge», ha affermato Lupi, sottolineando pure che le somme derivanti dalle multe «non sono fatte per sanare i bilanci». Un monito da non ignorare.
Vincenzo Bonanno

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