Fino a non molto tempo fa, non ci si poneva nemmeno il problema: per aprire e per avviare l’automobile si usava semplicemente la chiave. Le normali chiavi sono però state soppiantate in pochi anni dalle chiavi con sistema elettronico d’apertura. Di fatto, quindi, sulle classiche chiavi sono stati montati dei piccoli telecomandi in grado di bloccare o sbloccare le aperture dell’auto, così da poter chiudere con un solo gesto tutte le portiere del veicolo. Ma quello è stato solamente il primo step: da lì si è infatti passati ai sistemi keyless, che permettono di accedere al veicolo semplicemente tenendo la chiave in tasca, oppure in borsa. A permettere questa “magia” è la trasmissione di un segnale radio, con l’automobile che riconosce la chiave e automaticamente permette di aprire la portiera. E non è tutto qui, in quanto i sistemi keyless, nel momento in cui la chiave è a bordo – per esempio, di nuovo, in tasca, permettono in certi casi anche di avviare il motore semplicemente premendo un bottone. Come vedremo tra poco, però, questo sistema estremamente comodo è anche piuttosto veloce e semplice da manomettere: per questo diversi produttori stanno lavorando a un sistema alternativo di accesso e avvio. Tra le idee più innovative ci sono quelle che contemplano l’uso delle impronte digitali in auto.
Nel momento in cui si introduce un segnale radio che permette di aprire le portiere dell’auto senza nemmeno estrarre la chiave dalla tasca, entrare in auto è veloce e confortevole. Ma ci sono anche degli svantaggi: un segnale radio può essere captato, interrotto e copiato. Ed è proprio quello che sta accadendo in questi anni, con i ladri d’auto che possono lasciare a casa leve, cacciaviti o altri strumenti classici di effrazione. Il metodo più diffuso tra i ladri d’auto è attualmente quello del relay attack, attraverso il quale i ladri riescono a catturare il segnale della smart key e a duplicarlo. Dal momento dell’intercettazione del segnale all’aggiramento dei sistemi di protezione passano solamente 30 secondi, con dei furti velocissimi. Non stupisce quindi che nel Dossier annuale sui Furti d’Auto pubblicato nel 2020 da LoJack Italia si contino 287 automobili rubate in media ogni giorno in Italia. E sì, una buona fetta dei furti d’auto d’ultima generazione viene portato a termine digitalmente, senza il bisogno di scassinare l’auto. Urge dunque trovare un sistema che sappia unire al comfort anche un più alto livello di sicurezza.
La soluzione, come anticipato, è costituita per molti dai sensori in grado di leggere le impronte digitali. Non si tratta di una tecnologia del tutto estranea dalla nostra quotidianità. Già da anni, a partire dagli smartphone Apple, in commercio ci sono dei dispositivi elettronici in grado di riconoscere le impronte digitali del proprietario per sbloccare il sistema. Partendo da questo presupposto, vari produttori del mondo automotive hanno dato il via a dei progetti volti a implementare l’uso delle impronte digitali per l’accesso e l’avvio dell’automobile. Tra i primi a muoversi in tal senso c’è stata Hyundai, decisa a permettere di aprire le portiere e di avviare il motore semplicemente usando la punta delle dita. Nel 2019 è stato portato sul mercato il Suv Santa Fe, che presenta anche questo optional. Nel concreto, è presente un sensore sulla maniglia della portiera del conducente per sbloccare le portiere; una volta all’interno, invece, il motore può essere acceso avvicinando un dito a un altro sensore. La possibilità di riconoscere il conducente permette peraltro di ipotizzare altre innovazioni interessanti. In casa Hyundai hanno per esempio pensato di utilizzare queste informazioni per sistemare automaticamente la posizione di specchietti e del sedile in base alle preferenze del conducente. Sul lato della sicurezza, come sottolineato dalla casa coreana, le possibilità di riuscire a rubare il veicolo sono pochissime. Statisticamente parlando ci sarebbe infatti solamente una possibilità su 50mila tentativi di riuscire a falsificare l’impronta, rendendo così questo sistema 5 volte più sicuro rispetto alle classiche smart key. Come ha dichiarato Albert Biermann, presidente e responsabile della divisione Ricerca e sviluppo della Hyundai Motor Company, «Hyundai prevede di espandere ulteriormente l’applicazione di questa tecnologia per consentire la regolazione della temperatura interna, la posizione del volante e molte altre caratteristiche che saranno adattate alle preferenze del guidatore».
Un altro brand che si è mosso sul fronte dell’utilizzo delle impronte digitali in auto è Bosch, il quale propone un sistema di riconoscimento combinato tra smartphone e impronte digitali. Come ha spiegato Harald Kröger, presidente della divisione Bosch Automotive Electronics, «il nostro sistema Perfectly Keyless rivoluziona i sistemi di accesso. È la ‘chiave’ per prevenire i furti digitali. Con Perfectly Keyless, bruciamo le tappe nello sviluppo dei sistemi di accesso digitale al veicolo. Il nostro motto è rivoluzione, non evoluzione». Questo sistema permette di riconoscere il proprietario in avvicinamento all’auto grazie a un’individuazione del suo smartphone, per mezzo di un’associazione in cloud tra il veicolo e l’app installata. Così facendo il veicolo si appresta a leggere l’impronta digitale del proprietario, garantendo quindi velocità, praticità e sicurezza, grazie a questa “doppia” chiave. La chiave dell’auto diventa così un oggetto obsoleto, soppiantata dalle app e dalle impronte digitali.