In Europa ogni Paese va per conto suo per quanto riguarda i controlli da fare per il rinnovo della patente con il passare dell’età. Come sappiamo nel nostro Paese il rinnovo della patente deve essere fatto ogni 10 anni, con scadenze che vanno via via avvicinandosi con il progressivo invecchiare del patentato. Dai 50 anni in poi il rinnovo è ogni 5 anni, dai 70 anni in poi ogni 3, dagli 80 in poi ogni 2 anni, di volta in volta con una visita medica. Ma in altri Paesi europei le cose sono differenti. In Belgio, in Olanda, in Norvegia e nel Regno Unito, per esempio, il rinnovo della patente si basa su un processo di autovalutazione. Nella maggior parte degli altri Paesi le pratiche per il rinnovo sono simili a quelle italiane, laddove in altri Stati, come in Spagna, in Romania e in Polonia, è necessario rivolgersi a centri specifici. La volontà dell’Unione Europea è quella di uniformare queste pratiche, basandosi su studi recenti per capire quali sono i criteri da prendere in considerazione. E, secondo un’indagine dell’ European Transport Safety Council, nella valutazione da fare per il rinnovo della patente non sarebbe giusto concedere troppo spazio alla questione dell’età.
Stando allo studio dell’ETSC, l’età non dovrebbe mai essere il criterio più importante per stabilire se una persona può o meno guidare in modo sicuro un veicolo. Dati alla mano, gli studiosi ci dicono infatti che è cruciale invece concentrarsi su altri fattori, come sulla presenza di disturbi mentali e di patologie come epilessia e diabete. Lo scenario disegnato dall’ETSC è quello di monitorare più attentamente la salute delle persone che desiderano continuare a guidare, concedendo eventualmente delle patenti condizionate in base al livello di rischio. In questo orizzonte, i medici di base diventerebbero particolarmente importanti per determinare il livello di salute dei propri assistiti anche in funzione del rilascio della patente. Oggi i medici di base, in Italia, vengono contattati solo nel momento del rilascio della patente, per presentare in sede di visita medico legale un certificato anamnestico aggiornato.
L’ETSC è arrivato a questo conclusioni a partire dall’analisi di dati precisi. È stato per esempio dimostrato che, in Finlandia, il 16% degli incidenti mortali sono da imputare a delle patologie del conducente. Le patologie maggiormente presenti in questi casi sarebbero di natura cardio-vascolare. E c’è di più: stando alle indagini dell’European Transport Safety Council, solamente – se così si può dire – il 25% degli incidenti stradali sarebbero imputabili a delle dipendente da alcol. Partendo da questo dato, l’ETSC suggerisce di permettere ai soggetti con dipendenze da alcol di riottenere la licenza di guida, alla quale arrivare attraverso dei mirati programmi di riabilitazione.