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Nuovo limite di velocità di 30 km/h, che cosa dice la legge?

Come è noto, il Decreto Legge 76/2020, che tutti conoscono come Decreto Semplificazioni, contiene tra le altre cose anche una piccola ma importante riforma del Codice della Strada. Le modifiche apportate non sono poche, e non sono nemmeno di rilevanza ridotta. È stata per esempio definita la cosiddetta “Zona scolastica”, a individuare delle aree delimitate da appositi segnali, entro le quali vige una particolare attenzione per i pedoni e per l’ambiente. È stata inoltre prevista la possibilità di installare degli autovelox anche nei centri abitati, in strade urbane in cui prima questi dispositivi non erano consentiti. Ma la riforma più importante è quella che introduce le strade urbane ciclabili, con il relativo e nuovo limite di velocità di 30 chilometri orari. Di che cosa si tratta?

Le strade urbane ciclabili e il nuovo limite di velocità di 30 km/h

La legge indica con il nome strada urbana ciclabile una strada in contesto urbano costituita da un’unica carreggiata, con banchine pavimentate e con marciapiedi, definita da apposita segnaletica verticale e orizzontale. In una strada urbana ciclabile la priorità va assegnata ai velocipedi, e quindi ai veicoli (come riporta l’articolo 50 del Codice della Strada) “con due ruote o più ruote funzionanti a propulsione esclusivamente muscolare, per mezzo di pedali o di analoghi dispositivi, azionati dalle persone che si trovano sul veicolo”. Parliamo dunque principalmente delle biciclette, ma anche di monopattini e via dicendo. E proprio per garantire una circolazione sicura e comoda alle biciclette su queste vie, nelle strade urbane ciclabili viene posto il limite di velocità di 30 chilometri orari (eventualmente inferiore, mai superiore). Spetta ai Comuni scegliere quali strade urbane trasformare in strade urbane ciclabili, andando quindi a ridurre l’attuale limite dei 50 chilometri all’ora di velocità. E saranno probabilmente tante le amministrazioni che sceglieranno di adottare questa norma, partendo dal presupposto che è stata proprio l’Associazione Nazionale Comuni Italiani ad avanzare questa proposta. Nella legge viene detto esplicitamente che ogni Comune è libero di definire il limite di 30 chilometri orari, “in tutte quelle aree con caratteristiche infrastrutturali che lo consentono, con eccezione delle principali arterie di scorrimento”.

Il doppio senso per le biciclette

Molto spesso, quando ci si sposta in città in bicicletta, ci si trova limitati per via dei sensi unici, che permettono ai pedoni di “tagliare” e che però proibiscono queste scorciatoie a qualsiasi veicolo. Ma non deve essere così per forza: grazie alla riforma del Codice della Strada infatti i singoli Comuni potranno decidere se stabilire il doppio senso ciclabile sulle strade urbane ciclabili. Questo significa che, su queste speciali strade con limite di velocità di 30 chilometri orari, con apposita delibera del sindaco sarà possibile per le biciclette circolare in entrambi i sensi in caso di senso unico. Il doppio senso per le biciclette sarà inoltre applicabile anche nelle zone a traffico limitato, nonché su strade adibite alla circolazione dei mezzi dei servizi pubblici di trasporto. A patto, in quest’ultimo caso, che il modulo delle strade sia pari o superiore a 4,30 metri e che non siano presenti binari tramviari a raso.

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