Qualche mese fa, Coyote faceva il punto sulla normativa Euro 7, una legge che mira a vietare la vendita di auto a combustione interna in Europa a partire dal 2035. Dopo numerosi sviluppi, la misura era stata infine adottata dal Consiglio dell’Unione Europea. Tuttavia, la questione sembra tutt’altro che risolta: l’obiettivo dell’UE di passare al tutto elettrico è stato infatti messo in discussione dalla Corte dei Conti europea. Ecco i dettagli.
Misura chiave della normativa Euro 7, il divieto di vendere auto a combustione interna (nuove) in Europa è stato oggetto di numerose critiche sin dalla sua introduzione. L’anno scorso, mentre il testo stava per essere approvato, diversi paesi (tra cui Germania e Italia) si erano già fortemente opposti al progetto, ottenendo alcune deroghe.
Nonostante sia stata infine approvata dal Parlamento, la legge è nuovamente al centro delle polemiche. Il motivo? Un recente rapporto pubblicato dalla Corte dei Conti europea.
Secondo il rapporto, l’obiettivo di vietare la vendita di auto a combustione interna a partire dal 2035 sarà molto difficile da raggiungere. Per la Corte dei Conti, diversi ostacoli devono essere necessariamente superati dai membri dell’Unione Europea per arrivare a vendere solo auto elettriche entro il 2035.
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Il rapporto della Corte dei Conti ha messo in luce diversi ostacoli al progetto.
Per la Corte dei Conti, le attuali modalità di produzione delle auto elettriche rappresentano una significativa minaccia alla sovranità europea, in quanto fortemente dipendenti dall’estero. Attualmente, il 76% delle batterie viene prodotto in Cina (contro il 10% in Europa).
Questa dipendenza non riguarda solo la produzione di batterie per auto elettriche: la Corte dei Conti sottolinea inoltre che l’UE importa l’87% del suo litio grezzo e l’80% del suo manganese. Tuttavia, la dipendenza dall’estero non è l’unico ostacolo evidenziato nel rapporto.
Per i paesi europei, il «costo delle batterie prodotte nell’UE rimane molto più alto del previsto».
Un altro problema sollevato dalla Corte dei Conti, e non meno importante, riguarda i prezzi elevati delle auto elettriche (che mostrano una netta differenza rispetto ai modelli a combustione interna), che rischiano di escludere una gran parte dei cittadini europei, «nonostante gli importanti incentivi pubblici» previsti in alcuni paesi.
Secondo la Corte dei Conti, molti paesi europei sono in ritardo in termini di stazioni di ricarica. Anche se alcuni membri (come Francia, Germania e Paesi Bassi) sono in una situazione migliore, la rete è considerata «non abbastanza capillare» negli altri paesi d’Europa, il che potrebbe causare diversi problemi pratici agli automobilisti durante la guida.
Il rapporto della Corte dei Conti stima inoltre che i carburanti alternativi (idrogeno, carburanti sintetici e biocarburanti) non siano prodotti in quantità sufficiente in Europa per soddisfare la domanda. Inoltre, questi carburanti sono considerati troppo costosi.
Alla luce dei numerosi punti sollevati dalla Corte dei Conti, è possibile che il divieto di vendita di auto a combustione interna previsto per il 2035 venga posticipato a una data successiva – la legge prevede infatti che la Commissione Europea rivaluti la situazione tra due anni. Rimanete aggiornati sul blog di Coyote per ulteriori sviluppi!
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