Una selva di segnali stradali: segnali di divieto, segnali di pericolo, segnali di obbligo, segnali di indicazione. Chi si trova a guidare un veicolo, a patto di non essere in una sperduta strada di campagna o di montagna, è circondato dai più disparati segnali. Quando si parla di segnaletica stradale, si pensa però solitamente solo e unicamente alla segnaletica verticale, trascurando la segnaletica orizzontale. Con questo termine si indicano tutte le strisce e le scritte che si trovano direttamente sulla pavimentazione stradale, le quali sono importantissime per regolamentare il traffico. Si parla dunque delle strisce pedonali, delle zebrature, delle linee di stop, delle linee di diversi colori per il parcheggio, nonché della linee di mezzeria. Ma cos’è la linea di mezzeria? A cosa serve, e quante tipologie – con significati diversi – esistono? Vediamolo insieme, in modo veloce, chiaro e completo.
La linea di mezzeria è quella linea longitudinale che scorre in mezzo alla strada, dividendo la carreggiata in diverse corsie. Come vedremo tra poco, esistono diverse tipologie di linea di mezzeria, ognuna delle quali porta dei significati diversi, permettendo o vietando determinate manovre. Si tratta di un tipo di segnaletica stradale molto diffuso: del resto, è lo stesso Codice della Strada a dettarne l’onnipresenza. Come recita il comma 6 dell’articolo 40, infatti, «il tracciamento delle strisce longitudinali è obbligatorio su tutti i tipi di strade, ad eccezione delle strade non dotate di pavimentazione idonea alla posa delle strisce, mentre è facoltativo su quelle locali». Il fatto di trovare questa linea pressoché ovunque, però, non significa automaticamente che tutti quanti sappiano come interpretare la linea di mezzeria in ogni sua forma. Scopriamo, quindi, i diversi significati che può assumere questa linea longitudinale che solca le carreggiate.
Partiamo dai colori: la linea di mezzeria è solitamente bianca. In caso di lavori stradali, può essere anche gialla. La vera differenza sta però nello ‘stile’ con cui questa linea longitudinale può essere tracciata. Si parla infatti di striscia tratteggiata, di striscia continua, di striscia doppia continua a di striscia continua affiancata da una striscia tratteggiata.
Iniziamo con la striscia tratteggiata. Si tratta, di fatto, di un segnale orizzontale teso unicamente a separare una corsia dall’altra. Essendo discontinua, infatti, questa linea di mezzeria indica ai conducenti che è possibile oltrepassarla, per effettuare sorpassi, cambi di corsia, svolte a sinistra e inversioni di marcia. Il tutto, ovviamente, nel rispetto degli eventuali segnali verticali presenti e delle precedenze da dare agli altri veicoli.
La linea di mezzeria continua, al contrario, è invalicabile, ed è per l’appunto tracciata lì dove non si vuole che i veicoli invadano la corsia adiacente, tipicamente con un senso di marcia opposto. Il sorpasso – a meno che non sia possibile effettuarlo senza oltrepassare la striscia continua, come può accadere nel caso di motocicli e di biciclette – è dunque vietato. Il Codice della Strada obbliga la presenza della striscia continua in prossimità delle intersezioni a raso, vicino alle strettoie, in prossimità di passaggi a livello, in prossimità di attraversamenti pedonali, su curve e su dossi. In linea di massima, la linea continua è presente fin tanto che la visibilità non è tale da garantire l’occupazione in sicurezza della corsia adiacente.
Esiste poi la striscia doppia continua, la quale è del tutto simile alla striscia doppia continua. La differenza concreta tra striscia continua singola e doppia striscia continua è da sempre oggetto di curiosità. Di fatto, per il conducente non cambia praticamente nulla: nell’uno come nell’altro caso, è vietato travalicare la linea di mezzeria, e quindi effettuare sorpassi, inversioni o svolte. I più interpretano la doppia striscia continua come un segnale a valenza ‘psicologica’, tale da calcare doppiamente il divieto già imposto dalla striscia singola. Il Codice della Strada, da parte sua, sempre all’articolo 40, chiarisce in quali casi devono essere tracciate due strisce affiancate e continue. Queste hanno il compito di separare i sensi di marcia in strade a carreggiata unica a due o più corsie per senso di marcia; devono essere tracciate quando la due o più corsie nello stesso senso di marcia devono essere separate da strisce continue; quando la separazione tra i sensi di marcia non coincide con l’asse centrale della carreggiata; infine, quando si intende predisporre uno spartitraffico senza apposito manufatto. In questo ultimo caso, se la distanza tra le due strisce continue è maggiore ai 50 centimetri, è obbligatoria la creazione di zebrature.
Ultima tipologia di linea di mezzeria è quella doppia, con striscia continua da una parte e tratteggiata dall’altra. Il significato, a prima vista oscuro, è in realtà semplice: i conducenti che stanno dalla parte del segno discontinuo dovranno comportarsi come di fronte a una linea tratteggiata. Quelli dall’altra parte, invece, dovranno rispettare i divieti della linea continua. Questa particolare linea di mezzeria, solitamente, si trova in vicinanza di curve e di saliscendi, in cui solamente uno dei due sensi di marcia vanta la visibilità sufficiente per effettuare un sorpasso.
Come si può intuire, oltrepassare la striscia continua per effettuare un sorpasso, per fare una svolta a sinistra o per effettuare un’inversione a U è molto pericoloso. Quella linea di mezzeria ha infatti lo scopo preciso di indicare la rischiosità di invadere, anche solo momentaneamente, l’altra corsia. Da qui, quindi, la necessità di prevedere delle sanzioni per chi effettua questa manovra pericolosa, per sé stessi e per gli altri utenti della strada. A indicare le sanzioni per i trasgressori è l’articolo 146 del Codice della Strada, il quale parla per l’appunto delle multe da fare a chi non rispetta la segnaletica stradale. Chi oltrepassa la linea di mezzeria continua o doppia – o chi procede a cavallo su di essa – rischia una multa da 41 a 168 euro, nonché una decurtazione di 2 punti dalla patente di guida.