C’è stato un tempo in cui non si parlava affatto di emissioni CO2. Questo non vuol dire di certo che prima questa forma di inquinamento dovuto alle attività umane non esistesse: semplicemente, negli ultimi decenni le emissioni di CO2 sono diventate così alte da catturare l’attenzione di tutti. Già nel 1896 Svante Arrhenius spiegò che la combustione fossile poteva portare a un riscaldamento globale. Solo a partire dagli anni Novanta del secolo scorso, però, si iniziò a pensare davvero alle emissioni CO2 come a una minaccia concreta. Da allora, sentiamo nominare questo termine in continuazione, in relazione alle emissioni delle nostre caldaie, delle industrie e soprattutto delle nostre automobili. Alcuni passi avanti per ridurre queste emissioni nocive, è vero, sono stati fatti, con l’introduzione di nuovi protocolli per l’inquinamento delle automobili. Piano piano si stanno immettendo sul mercato vetture meno inquinanti, fino ad arrivare all’optimum costituito dalle automobili elettriche, le quali durante l’utilizzo non emettono nessuna emissione nociva. Il problema, infatti, è la combustione. Ma per quale motivo? E perché le emissioni di CO2 delle auto sono dannose, se l’anidride carbonica è già presente in natura? E ancora, come è possibile calcolare la quantità di emissioni CO2 della propria automobile?
Cerchiamo di capire cosa sono le emissioni CO2, quelle che da anni vengono definite come le principali minacce per l’ambiente. E questo, da un certo punto di vista, è vero. La sostanza nota come CO2, ovvero l’anidride carbonica, anche chiamata biossido di carbonio, è un gas. Si presenta incolore e inodore, e nasce, guarda un po’, proprio dalla combustione di sostanze di origine organiche, tra le quali ci sono ovviamente anche il carbone e sì, anche gli idrocarburi. Il collegamento con i nostri motori a combustione, quindi, è immediato. Come si forma l’anidride carbonica? Chi ha fatto qualche lezione di chimica dovrebbe ricordarsi che, come ricorda l’etichetta stessa, le emissioni di CO2 sono formate dall’unione di carbonio (C) con due atomi di ossigeno (O2). Va sottolineato che non è stato l’uomo a introdurre o a inventare l’anidride carbonica. Al contrario, la CO2 è un elemento fondante per la vita sulla terra. La troviamo nella nostra atmosfera, negli oceani, e persino qui e lì nel sistema solare. Il nostro stesso respiro e quello degli altri animali produce anidride carbonica. Insomma, l’anidride carbonica è sempre esistita sul nostro pianeta, ed è sempre stata assorbita dalle nostre piante, e quindi da quegli enormi polmoni verdi che sono le foreste. Di più: la CO2 è essenziale per le piante. Senza di essa, infatti, non potrebbe esistere il processo di fotosintesi.
A un certo punto, però, questo equilibrio è stato minacciato fortemente. L’uomo ha infatti iniziato a produrre enormi emissioni di CO2. Tutto è iniziato con la Rivoluzione Industriale, ed è andato avanti con il “progresso” della nostra civiltà. Dapprima le fabbriche, poi le caldaie, i termosifoni, infine le automobili: tutti questi nuovi strumenti dell’uomo hanno iniziato a produrre emissioni di CO2 ben oltre la soglia “normale”. Il livello di anidride carbonica nell’atmosfera è così andato aumentando in modo vertiginoso di anno in anno. Le foreste, da parte loro, non sono più state in grado di assorbire e di trasformare una mole sufficiente di anidride carbonica, e la deforestazione non ha certo aiutato. Questo vortice ha portato a una drammatica acidificazione degli oceani, e ha messo in moto altri pericolosi processi, che noi tutti conosciamo come riscaldamento globale. Di fatto le emissioni di CO2 sono andate a creare un accumulo inaudito di gas, di modo da trattenere calore e radiazioni, portando a un aumento delle temperature globali.
Si è detto che l’attività umana produce emissioni di CO2 in vari modi. Si parla soprattutto delle emissioni dovute alla produzione di energia, a quelle dei sistemi di riscaldamento domestici e ovviamente alle emissioni di CO2 delle auto e dei trasporti in generale.
Tutti noi, quindi, produciamo anidride carbonica. Lo facciamo respirando, avviando la lavatrice, inviando un’email. Ma lo facciamo in modo particolare quando guidiamo un’automobile inquinante, e quindi di fatto una vettura che non sia né totalmente elettrica né ibrida. Ma quanto effettivamente inquina la nostra automobile? Ebbene, scoprirlo non è difficile quanto si potrebbe pensare. Anzi, si tratta di un calcolo che tutti possono fare, e che porta a un risultato abbastanza affidabile e realistico. Sul libretto delle nostre automobili è infatti presente una valore che esprime la quantità media di emissioni di CO2 prodotte ogni chilometro. Sarà quindi sufficiente prendere questo valore, espresso in grammi di anidride carbonica per chilometro percorso, e moltiplicarlo per il numero di chilometri che si percorrono in una settimana, in un mese o in un anno. Ipotizziamo che sul libretto della nostra auto si trovi un valore relativo alle emissioni di 90 g/Km. Un’automobile usata normalmente, e che quindi copre all’incirca 25.000 chilometri all’anno, produrrà 2.250.000 grammi di CO2, ovvero 2.250 chilogrammi. Una cifra tutt’altro che bassa, con tutto quello che ne consegue, con il progressivo danneggiamento dell’ozono, l’aumento delle temperature, lo scioglimento dei ghiacciai, l’estinzione di un numero sempre maggiore di specie e via dicendo.
Il cambiamento climatico, dovuto almeno in buona parte dalle emissioni inquinanti dell’uomo, è una realtà: non è possibile eliminarlo. É invece possibile ridurre i danni, e salvaguardare il futuro. Tra le attività principali c’è ovviamente la riduzione delle emissioni di CO2, a partire da quelle delle automobili. In questo senso sono già stati fatti alcuni piccoli passi avanti. Dopo lo scandalo Dieselgate sono per esempio state introdotte nuove regole per l’omologazione delle automobili da portare sul mercato, attraverso il nuovo protocollo WLTP. Negli ultimi anni c’è stata una lenta ma decisa crescita del mercato della automobili elettriche, con i vari Paesi che stanno spingendo verso la creazione di un’infrastruttura stradale che permetta effettivamente l’incremento delle e-car. Parallelamente, si sta riducendo il tasso delle emissioni di CO2 delle nuove automobili. A partire dal 2021 il tetto massimo sarà di 95 grammi per ogni chilometro, soglia che verrà abbassata a 59 g/Km entro il 2030.