Ci sono i parcheggi a pagamento, con le tipiche strisce blu, che esigono l’esposizione di un ticket che attesti il pagamento della sosta fino a una certa ora. Poi ci sono i parcheggi gratuiti, con le strisce bianche, nei quali basta parcheggiare dentro le linee, senza nessun’altra condizione. E poi c’è il compromesso, ovvero i parcheggi con strisce bianche, gratuiti, ma con obbligo di esposizione del disco orario. In quei parcheggi, quindi, è possibile sostare solo per un preciso periodo di tempo: 30 minuti, 1 ora, 2 ore. In questi casi il disco orario è indispensabile: cosa rischia chi non lo espone? E a quale multa va incontro chi, invece, supera il tempo massimo per la sosta?
Ne esistono di tanti tipi diversi. Ci sono i dischi orari in plastica, da esporre al momento del bisogno, e quelli più piccoli e adesivi, sempre attaccati al parabrezza, per essere sempre pronti all’uso. Quello standard, accettato non solo in Italia ma anche a livello europeo, presenta una forma rettangolare e uno sfondo blu. Al centro del rettangolo campeggia la lettera bianca “P” di parcheggio. L’elemento più importante del disco orario è ovviamente costituito dalla rotella la quale, riportando le ore del giorno, può essere girata per indicare un momento preciso. L’utilizzo del disco orario è piuttosto semplice: una volta arrivati in un parcheggio che ne prevede l’esposizione, basta ruotare la rotellina fino a farla coincidere con l’orario di arrivo. Il disco orario – se non attaccato al parabrezza – deve quindi essere esposto in modo da essere ben visibile dall’esterno. Va detto che il Codice della Strada prevede anche l’opzione – per chi è senza disco orario – di indicare l’orario di arrivo su un foglio di carta, da lasciare sul cruscotto in bella vista.
A regolamentare l’utilizzo del disco orario è il comma 6 dell’articolo 157 del Codice della Strada. Qui si legge che “nei luoghi ove la sosta è permessa per un tempo limitato è fatto obbligo ai conducenti di segnalare, in modo chiaramente visibile, l’orario in cui la sosta ha avuto inizio. Ove esiste il dispositivo di controllo della durata della sosta è fatto obbligo di porlo in funzione”. Chi viola questa regola va incontro a delle multe. Nello specifico, chi non espone il disco orario negli spazi per la sosta in cui questo è obbligatorio va incontro a una multa che varia dai 42 a ai 173 euro. La multa è invece minore per chi espone il disco orario, per poi però ritardare oltre il limite massimo nel liberare lo spazio di sosta: in questo caso la sanzione va da 26 a 102 euro. In entrambi i casi, va detto, le multe vengono ridotte del 30% se pagate entro 5 giorni dalla notifica. Va poi ricordato il fatto che possono essere multate anche le persone che indicano un orario di arrivo protratto nel tempo, nonché quelle che tornano nel parcheggio per portare in avanti il disco orario.