Codice della strada » Bike lane: cosa dice il…

Bike lane: cosa dice il Codice della Strada?

Ci sono tante persone che, sentendo parlare di bike lane, non saprebbero assolutamente dire qual è l’effettivo oggetto del discorso. Eppure in realtà il concetto di bike lane è stato introdotto nelle corpus delle normative italiane già nella primavera del 2020, ed è quindi tra noi da circa un anno e mezzo. Certo, è senz’altro vero che a partire a partire dal marzo del 2020 in Italia i temi centrali sono stati ben altri; ciononostante, è bene capire cosa è la bike lane, per avere la certezza di non andare incontro a delle multe. La bike lane, come suggerisce il nome, è una “corsia per biciclette”, la quale come vedremo è diversa dalla tradizionale pista ciclabile. Possiamo dire che questo nuovo oggetto stradale arriva in un momento di forte crescita del mondo della bicicletta, con un numero sempre maggiore di italiani che decide di muoversi in città a pedali. Nel 2020, in tutto, tra biciclette tradizionali e e-bike, sono infatti state vendute oltre 2 milioni di nuove biciclette, anche grazie al famoso bonus mobilità. I tanti ciclisti che si trovano ad attraversare i centri urbani italiani con la propria due ruote devono imparare le regole relative all’uso della bike lane, e lo stesso discorso vale anche per gli automobilisti.

Cosa è la bike lane?

Abbiamo già anticipato che la bike lane è una corsia per biciclette, o meglio, una corsia ciclabile. Queste particolari corsie stanno nascendo e si stanno allungando nelle diverse città d’Italia: a Bologna, per esempio, ci sono già oltre 31 chilometri di bike lane, a integrare la rete viaria cittadina per le due ruote. A introdurre le corsie ciclabili è stato l’articolo 3 comma 1 del Codice della Strada, aggiunto dal DL n. 34 del 19 maggio 2020 (ovvero dal decreto Rilancio). Qui si legge che la bike lane, o corsia ciclabile, è una parte longitudinale della carreggiata, posizionata abitualmente a destra, delimitata da una striscia bianca, che può essere continua o discontinua. Questa corsia è dedicata alla circolazione su strada di velocipedi – e quindi principalmente di biciclette e monopattini – in una sola direzione di marcia, seguendo cioè il senso degli altri veicoli. A distinguere la corsia per biciclette, oltre alla striscia bianca, è anche il simbolo ripetuto della bicicletta. Non è ovviamente una sorpresa assoluta: in tante altre città europee le bike lane sono una realtà consolidata già da molti anni. In Italia, però, le norme relative alle corsie ciclabili sono decisamente recenti: vediamo più nello specifico quali sono le regole per l’utilizzo delle bike lane.

Corsie ciclabili, le regole

Caratteristiche fondamentale della bike lane è quello di permettere in determinati casi l’uso promiscuo tra bicicletta e mezzi a motore. Parliamo infatti di una corsia ciclabile che trova spazio immediatamente a fianco della corsia per i veicoli, senza protezioni, separazioni fisiche o cordoli. Ecco allora che, in diverse occasioni, i veicoli a motore possono impegnare parti di corsia ciclabile. Pensiamo per esempio a una carreggiata la cui dimensione non permette a un mezzo pesante il passaggio senza sfruttare la corsia ciclabile: in quel caso sarà prevista una striscia discontinua, a sottolineare la possibilità di passaggio. I veicoli a motore possono poi valicare la striscia per effettuare operazioni di sosta e di fermata a lato strada, dove consentito. E ancora, i bus possono valicare la striscia della bike lane quando all’interno di questa è presente una fermata del trasporto pubblico.

Non bisogna poi dimenticare il fatto che, nel momento in cui una bike lane è presente, il ciclista è obbligato a utilizzarla, senza quindi occupare spazio nelle corsie riservate ai veicoli a motore.

Differenza tra ciclabile e bike lane

A un’occhiata distratta si potrebbe arrivare a confondere piste ciclabili e corsie ciclabili, ovvero bike lane. Si tratta però di spazi per la mobilità su velocipedi sostanzialmente differenti. La pista ciclabile è infatti una strada del tutto indipendente o riservata al solo utilizzo dei velocipedi, sulla quale i veicoli a motore – eccezion fatta per casi del tutto particolari – non possono entrare. E ancora, va ricordato il fatto che normalmente lungo le piste ciclabili, nella maggior parte dei casi, le biciclette possono muoversi in entrambi i sensi. Nelle bike lane il senso di marcia è invece unico, analogo a quello della parallela corsia per veicoli. Si capisce quindi che queste corsie ciclabili a uso promiscuo, pur essendo sempre dedicate alle biciclette, si differenziano da più punti di vista dalle normali piste ciclabili.

Oltre alle bike lane: le altre nuove “strade” per ciclisti

Va detto che le bike lane non sono le uniche novità del Codice della Strada per quanto riguarda la mobilità a pedali. Sempre nel 2020, infatti, insieme alle corsie ciclabili sono state introdotte due nuove tipologie di via ciclabile, ovvero la strada urbana ciclabile e la corsia ciclabile per doppio senso. Con il termine strada urbana ciclabile ci si riferisce all’art. 2 comma 3 lettera E-bis del Codice, a una strada urbana con un’unica carreggiata, con marciapiedi e panchine pavimentate. L’uso è prioritario ma non esclusivo per i velocipedi e la velocità massima è fissata a 30 chilometri orari. Ci sono poi le corsie ciclabili per doppio senso, ovvero delle corsie ciclabili analoghe a quelle viste sopra, con due grosse differenze. Tipicamente queste corsie sono poste a sinistra rispetto al senso di marcia, e permettono la marcia dei velocipedi in direzione contraria rispetto a quella dei veicoli. Anche in questo caso si parla di una corsia a uso promiscuo.

tutti gli articoli, i tag e gli autori

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *