Ci si avvicina sempre di più all’inverno. Le giornate sono sempre più corte, le vetrine dei negozi sono ormai decorate con i colori del Natale, si passano i primi fine settimana sulla neve, si bevono le prime cioccolate calde. E, inesorabilmente, arriva anche lui, il blocco del traffico. Si tratta come è noto di una misura speciale con un fine di tutto rispetto, ovvero limitare l’inquinamento nelle grandi città. Nonostante questo, il blocco del traffico è comunque temuto e odiato: da una parte, infatti, rende più difficile la vita delle persone che possiedono automobili vecchie. Dall’altra, dimenticarsi del blocco e prendere una multa è tutt’altro che difficile. Per evitare le sanzioni per il blocco del traffico, nella propria città e nelle altre, è dunque doveroso capirne il funzionamento, nonché stare ben attenti ai relativi segnali e avvisi.
Facile capire cos’è, in generale, il blocco del traffico: si tratta del divieto di circolazione, in determinate aree, di veicoli particolarmente inquinanti. L’obiettivo è quello di migliorare la qualità dell’aria delle città, o meglio, quello di non peggiorarla ulteriormente nei giorni più difficili, ovvero, per l’appunto, quelli invernali. Il modo escogitato da Regioni e da Comuni per ridurre l’inquinamento senza rendere impossibile il normale svolgimento della vita cittadina è, per l’appunto, quello di bloccare la circolazione delle auto più inquinanti. Questo viene fatto senza un piano a lungo termine o pianificato a priori a livello nazionale, e per questo motivo chi possiede un’automobile anzianotta deve stare ben attento ai blocchi decisi nella propria città. In Italia ci sono circa 38 milioni di veicoli circolanti, e la loro età media è di 11 anni. 1,5 milioni di auto sono Euro 0, mentre 8 milioni sono state immatricolate prima del 2001. Di fronte a un parco macchine datato, il blocco del traffico per le auto più inquinanti è, di fatto, lo strumento più ovvio e più immediato per ridurre l’inquinamento.
Come è noto, nell’aria, come conseguenza delle attività dell’uomo, ci sono diverse sostanze nocive per la nostra salute. Alcune di esse provengono anche e soprattutto dal traffico veicolare. Parliamo in questo caso di sostanze come PM10, PM2,5, ozono, ossido di carbonio, benzene, biossido di zolfo e biossido d’azoto. Sono proprio questi, tra l’altro, i parametri dell’aria che il Parlamento europeo, attraverso diverse normative, ci impone di tenere sott’occhio. Ed è per l’appunto a partire da queste misurazioni che si decidono le date e gli orari per i blocchi del traffico, che nelle città italiane, di solito, entrano in vigore da ottobre a marzo. Si parla sempre di questi mesi perché le condizioni meteorologiche, l’utilizzo spinto delle automobili e l’accensione dei riscaldamenti rendono l’aria delle città particolarmente inquinata.
Il blocco del traffico è sempre segnalato con appositi avvisi stradali, i quali riportano gli orari in cui il blocco è in vigore e le classi di automobili coinvolte. Eppure non è raro, soprattutto per disattenzione o per dimenticanza, ritrovarsi a circolare con un’auto ‘inquinante’ nei giorni sbagliati. In quei casi, ovviamente, si va incontro a una multa. Che, va detto, può essere anche molto salata. A definire l’importo delle sanzioni sono il comma 13 e il comma 13bis dell’articolo 7 del Codice della Strada. Prima di tutto c’è il comma 13, il quale ci dice che «chiunque non ottemperi ai provvedimenti di sospensione o divieto della circolazione, è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 84 a euro 335». Non è, però, tutto qui. In determinate situazioni, o meglio, in specifiche zone cittadine, la multa può essere ancora peggiore. Come recita il comma 13 bis, infatti, «chiunque, in violazione delle limitazioni previste ai sensi della lettera b) del comma 1, circola con veicoli appartenenti, relativamente alle emissioni inquinanti, a categorie inferiori a quelle prescritte, è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 163 a euro 658». Peggio ancora va a chi viene colto due volte in fallo nel medesimo biennio. Con la seconda multa nel giro di due anni, infatti, arriva anche la sospensione della patente di guida, per una durata compresa tra i 15 e i 30 giorni.
Il blocco del traffico, dunque, non fa sconti. Ma quali sono le auto interessate a questo divieto di circolazione?
Negli ultimi anni il blocco del traffico delle città italiane ha interessato le auto benzina Euro 0, Euro 1 ed Euro 2. A partire dallo scorso inverno, però, è stato introdotto in alcune città, tra cui Roma e Milano, anche il blocco per le automobili diesel Euro 3. Va peraltro detto che a Milano, all’interno dell’area B, sono esclusi dal traffico anche i veicoli diesel Euro 4 senza filtro anti particolato, oppure con filtro Fap non di serie. Di comune in comune cambiano i giorni, gli orari e le automobili coinvolte dal blocco del traffico: l’unica soluzione è studiare bene la situazione prima di mettersi al volante e prestare attenzione ai segnali stradali.
Non è detto che, per forza, una macchina classificata come inquinante non possa per nessun motivo circolare nelle aree sottoposte al blocco del traffico. Esistono infatti alcune deroghe: nelle città lombarde, per esempio, un’auto inquinante può comunque circolare, a patto di avere a bordo 3 persone. Con un buon numero di passeggeri, infatti, l’inquinamento è ‘giustificato’, consentendo in ogni modo un unico viaggio. Altri permessi speciali sono di volta in volta concessi ai conducenti di auto di interesse storico e a chi svolge servizi di pubblica utilità.
La tua auto ricade nella categoria dei veicoli eccessivamente ‘inquinanti’? Non ti resta che memorizzare le aree interessate dal blocco stradale, nonché gli orari. E aspettare il giorno in cui potrai circolare con un veicolo poco o per nulla inquinante!
Giorgio
Giorgio