Per guidare in piena sicurezza è ovviamente necessario avere la migliore visibilità possibile sulla strada davanti a noi. Ma i fari non hanno solo questo scopo: le luci dell’auto hanno anche l’obiettivo di renderci visibili agli altri utenti della strada. Sulle nostre automobili sono dunque montati dei fari di posizione, che devono essere accesi anche di giorno sulle strade extraurbane, e i fari anabbaglianti, anch’essi obbligatori fuori dai centri abitati, pure di giorno. Ci sono poi i fari abbaglianti, da usare dopo il tramonto su strade poco illuminate, e in ogni caso senza mai mettere a rischio gli altri utenti della strada. Non è tutto qui: le nostre automobili sono complete anche di fari fendinebbia e retronebbia. E intorno a questi dispositivi luminosi particolari, va sottolineato, permane una certa confusione relativa all’utilizzo, alle regole e alle multe che si possono rischiare in caso di uso scorretto. Non si tratta, infatti, di luci ‘normali’, da usare nelle quotidianità della guida, come per esempio gli anabbaglianti. Si tratta invece di fari speciali, che possono rimanere spenti per mesi e persino per anni. Proprio per evitare qualsiasi dubbio, e per ridurre al minimo la possibilità di incorrere in multe per un uso scorretto di fendinebbia e retronebbia, abbiamo deciso di stilare questa esaustiva guida sul loro utilizzo. Prima di vedere cosa dice di preciso il Codice della Strada su queste luci, vediamo più da vicino quali sono le loro peculiarità.
Giù il loro nome, fendinebbia e retronebbia, anticipa che questi fari sono pensati per essere utilizzati solo in determinate condizioni meteorologiche. Sono infatti delle luci ideate per illuminare la strada – e per essere visti – nel mezzo della foschia, ovvero nel momento in cui le normali luci dell’automobile, abbaglianti o anabbaglianti, possono fare ben poco. Il problema, come vedremo tra poco, è che fari retronebbia e fendinebbia, se usati in modo inopportuno, possono diventare rischiosi per gli altri utenti della strada.
Ma cosa sono nel concreto i fendinebbia? Il Codice della Strada, all’articolo 151,li definisce come «dispositivi che servono a migliorare l’illuminazione della strada in caso di nebbia, caduta di neve, pioggia o nuvole di polvere». Va sottolineato che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i fari fendinebbia non sono obbligatori per legge: è dunque possibile incontrare delle automobili datate o particolarmente economiche che non sono dotate di queste luci anteriori. A rendere utili questi fari in caso di nebbia, di pioggia intensa e di neve, è in primo luogo la potenza del loro fascio luminoso, nonché la sua direzione. Si tratta infatti di fari che puntano la luce verso il basso, evitando quindi di ‘riflettersi’ sulle goccioline d’acqua disperse nell’aria, come invece fanno i fari anabbaglianti e ancora peggio i fari anabbaglianti.
Come visto, i fendinebbia non sono obbligatori. I fari retronebbia, al contrario, sono dei dispositivi che devono essere obbligatoriamente presenti su qualsiasi automobile. Nella maggior parte dei casi si parla di due fari distinti, posizionati a destra e a sinistra, ma non è raro incontrare veicoli che risolvono la questione con un solo faro retronebbia. Come si può intuire, il compito dei fari retronebbia è quello di rendere visibile il veicolo anche in mezzo alla foschia o a pioggia intensa.
Molti automobilisti abusano dei fari fendinebbia e retronebbia, mentre altri ancora non li utilizzano affatto. È dunque bene sottolineare e spiegare qual è l’utilizzo efficace e corretto di queste particolari luci, così da rendere la guida più sicura e da evitare di disturbare gli altri veicoli. In linea di massima, la questione è semplice: questi fari devono essere utilizzati in presenza di nebbia, e quindi nel momento in cui i fari anabbaglianti non sono più sufficienti per garantire una buona visibilità. L’uso dei fari abbaglianti, in caso di nebbia, è da escludere a priori: i fari alti, in caso di foschia, non riescono a illuminare per nulla la strada davanti a noi.
Il Codice della Strada, al comma 2 dell’articolo 153, spiega che i dispositivi antinebbia possono essere utilizzati in caso di nebbia, di pioggia molto forte o di nevicate intense. Queste luci, quindi, possono essere utilizzate solo quando dei particolari fenomeni meteorologici rendono insufficienti i fari ‘normali’. Ma come risolvono il problema della nebbia questi dispositivi? I fari antinebbia anteriori illuminano la strada con un fascio di luce che parte dal basso e che si rivolge sempre verso il basso, in modo da evitare il più possibile di riflettersi sulle goccioline d’acqua. I retronebbia, invece, sono dei fari particolarmente potenti, che per l’appunto hanno il compito di ‘penetrare’ la foschia e di rendere visibile il veicolo agli altri utenti anche in condizioni estreme. Chi non utilizza i retronebbia in caso di foschia rischia una multa tra i 41 e i 168 euro, alla quale si aggiunge la decurtazione di un punto dalla patente.
Si parla, come detto, di luci potenti, soprattutto nel caso dei retronebbia. Non stupisce, quindi, che il Codice della Strada ne vieti espressamente l’utilizzo al di fuori delle condizioni meteorologiche per le quali sono stati creati. Vediamo dunque quando non si possono utilizzare i fari antinebbia e cosa accade ai trasgressori.
Di per sé è molto semplice capire quando non si possono usare fari fendinebbia e retronebbia. In tutti i casi in cui il loro utilizzo non è necessario, è automaticamente vietato accenderli. Semplice, no? Il motivo è semplice: soprattutto nel caso dei retronebbia, si parla di luci potenti, che possono abbagliare gli altri automobilisti, così da diventare un pericolo per la sicurezza stradale. Mantenere accesi i retronebbia in assenza di foschia, di fatto, è come guidare con i fari abbaglianti mentre davanti a noi ci sono altri veicoli. Per questo motivo, il Codice della Strada sanziona chi utilizza erroneamente i fari fendinebbia e retronebbia, con una sanzione che può variare tra 41 e 168 euro.