È possibile guidare in Italia con la patente britannica dopo la Brexit? E se sì, per quanto tempo? Come sappiamo la Brexit, ovvero l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, ha avuto tante conseguenze, ed è stata giudicata in diversi modi da protagonisti e da commentatori. Boris Johnson come è noto reputa lo svincolo del Regno Unito dalla normativa UE il suo più grande successo politico; d’altra parte, sono molti gli esperti che vedono delle conseguenze drammatiche nate proprio da questa decisione. Si parla di cambiamenti piccoli e grandi, alcuni dei quali in buona parte imprevisti. Per fare un esempio, la Brexit ha introdotto delle novità non solo per i cittadini britannici che vivono oltre la Manica: anche i sudditi della Regina che vivono altrove hanno dovuto fare i conti con della novità. Anzi, da un certo punto di vista è proprio dall’esterno che la trasformazione è stata più concreta. Si pensi per esempio ai titolari di patente di guida inglese che desiderano condurre un’automobile in Italia. Possono farlo? E nel caso in cui si tratti non di una breve esperienza turistica, quanto invece di un trasferimento permanente in Italia? Vediamo le regole attualmente in vigore.
Vediamo quali erano le regole per guidare in Italia con la patente britannica prima della Brexit, e dunque prima del 1° gennaio 2021. Prima che il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord facesse la sua uscita dall’Unione Europea, tutti le persone dotate di patente di guida britannica potevano condurre liberamente veicoli negli altri Paesi UE. Non servivano permessi speciali, né documentazioni particolari da esibire alle autorità. E questo diritto era riconosciuto sia ai turisti britannici in visita in Italia e negli altri Paesi UE, sia ai cittadini che si trasferivano in UE. Questo significa, dunque, che prima della Brexit un cittadino britannico che si trasferiva stabilmente in Italia poteva continuare a guidare liberamente con la propria patente britannica, perlomeno fino alla sua naturale scadenza. Solamente in quel momento era infatti necessario rinnovare la patente con una conversione in patente di guida italiana.
In che modo sono cambiate le regole dopo la Brexit? Ebbene, dal 1° gennaio 2021 le patenti britanniche sono diventate a tutti gli effetti extracomunitarie. Questo significa che i cittadini britannici che si muovono nel nostro Paese in auto devono guardare all‘articolo 135 del Codice della Strada. É quella, infatti, la norma che riguarda la “circolazione con patenti di guida rilasciate da Stati non appartenenti all’Unione Europea o allo Spazio economico europeo”. In questo articolo si spiega che “ i titolari di patente di guida rilasciata da uno Stato extra UE/SEE possono condurre sul territorio italiano veicoli alla cui guida la patente posseduta li abilita, a condizione che non siano residenti in Italia da oltre un anno”. Dunque i cittadini britannici possono guidare in Italia con la loro patente senza problemi, a patto di non essere residenti nel nostro Paese da più di un anno. Sia il turista che il cittadino britannico residente in Italia da meno di un anno, però, secondo l’articolo 135 dovrebbero avere “un permesso internazionale ovvero una traduzione ufficiale in lingua italiana della predetta patente”. La Convenzione di Vienna, però, cambia le carte in tavola.
In realtà i visitatori britannici che guidano in Italia possono farlo anche senza dover mostrare una traduzione ufficiale della loro patente originale. Va infatti sottolineato che Italia e Regno Unito hanno aderito nel 1968 alla Convenzione di Vienna sulla circolazione stradale. I paesi firmatari si sono impegnati a riconoscere la validità delle rispettive patenti di guida. E questo accordo resta in vigore a prescindere dalla Brexit, dando ai britannici la possibilità di guidare per le strade italiane senza traduzioni particolari. Ma questo, come abbiamo visto, è possibile solamente per un anno dal momento dell’acquisizione della residenza in Italia. E poi?
Per visite brevi in Italia, quindi, dal punto di vista della patente britannica non ci sono problemi. Questi nascono però nel momento in cui un cittadino britannico si trasferisce in modo stabile in Italia. Come abbiamo visto, la patente di guida rilasciata nel Regno Unito è valida soltanto per il primo anno di residenza. Una volta trascorso questo tempo, il titolare che desidera continuare a guidare in Italia è obbligato a convertire la partente. E questo è ovviamente possibile, anche in modo automatico, a patto che esista un accordo specifico tra i due Paesi. Il problema è che, al momento della Brexit, tra Italia e Regno Unito non esisteva nessun accordo di questo tipo.
La situazione, per i cittadini britannici residenti in Italia, non era quindi del tutto chiara sul lato della validità dalla propria patente. Il Ministero dell’Interno è quindi intervenuto il 23 aprile 2021 con una circolare dedicata (la n. 300/A/3855/21/111/84/2/7) per chiarire quali fossero i reali termini di validità della patente britannica in Italia. Considerando che le patente britanniche, fino al 31 dicembre 2021, erano da considerarsi come rilasciate da un Paese appartenente all’Unione Europea, l’inizio dell’anno di validità non deve partire dall’acquisizione della residenza in Italia; come ha spiegato il Ministero, l’avvio del conto alla rovescia deve invece essere fatto partire dal 1° gennaio 2021. Questo significa quindi che tutte le patenti britanniche in validità risultavano automaticamente valide anche in Italia per tutta la durata del 2021. E per il 2022?
Ebbene, il Ministero dell’Interno è intervenuto una seconda volta sulla vicenda il 27 dicembre 2021, questa volta in modo concreto. Considerando la particolare situazione creatasi dalla Brexit, è infatti stato deciso di disporre che i cittadini britannici residenti in Italia potranno continuare a usare la propria normale patente senza problemi fino al 31 dicembre 2022. A patto, va sottolineato, che la patente britannica sia in corso di validità, e che sia stata rilasciata prima della Brexit.