Il 2020, come sappiamo fin troppo bene, è stato un anno in cui gli spostamenti sono stati minori rispetto a quelli degli anni precedenti. Questa affermazione è vera soprattutto per i mesi toccati dal lockdown e dalle misure di contenimento più severe, come marzo, aprile e maggio. Certo, ci sono stati anche degli effetti collaterali positivi. L’inquinamento nelle città si è per esempio ridotto, nonché, sempre per il ridursi del traffico, sono diminuite anche le vittime della strada. Stando al report dell’Istituto Nazionale di Statistica, nel nostro paese nel 2020 ci sono stati in tutto 118.298 incidenti, con un sonoro -31,3% rispetto al 2019. Si parla però sempre di numeri altissimi, che hanno portato a 2.395 morti e a 59.249 feriti, con un calo rispettivamente del 24,5% e del 34% rispetto all’anno precedente. E i numeri sono stati ancora una volta alti anche e soprattutto per quanto riguarda i motociclisti, che hanno contato 586 decessi, ai quali si sommano le 59 vittime a bordo di ciclomotori. Il motociclista, anche nel 2020, si è confermato come l’utente della strada a bordo di un veicolo con il più alto indice di mortalità, con un 1,9 decessi ogni 100 incidenti. L’attenzione a bordo della moto non è mai quindi troppa, anche perché è difficile prevedere i movimenti degli altri utenti della strada. Ipotizziamo per esempio un incidente con la moto causato da un auto, con conseguenze fisiche nulle o quantomeno leggere: cosa bisogna fare in questo caso per ottenere il risarcimento? Cosa dicono le regole?
Un auto che ha cambiato improvvisamente direzione, oppure che non ha dato la precedenza. Basta poco per causare un incidente, mettendo a terra un motociclista. Come fare in questi casi per ottenere il rimborso dei danni alla persona e dei danni al mezzo coinvolto? Tutti sappiamo che in caso di sinistro stradale, lo strumento da utilizzare per avviare le procedure di risarcimento è il modulo di constatazione amichevole di incidente, chiamato anche CAI o modulo blu. Prima di procedere alla compilazione del CAI è d’obbligo mettere in sicurezza la zona, e quindi fare in modo di garantire il normale scorrimento del traffico senza mettere a rischio nessuno. Nel momento in cui la colpa è palesemente di un mezzo – in questo caso dell’automobile – compilare il modulo blu insieme all’automobilista coinvolto non dovrebbe essere difficile. Va peraltro detto che, in assenza di dubbi sulla responsabilità del sinistro, è possibile anche optare per il risarcimento diretto dei danni. L’indenizzo diretto è una procedura liquidativa, introdotta dal DPR 254/2006, che consente di richiedere il risarcimento direttamente alla propria assicurazione, e non a quella della controparte. In questo modo di fatto è possibile accorciare i tempi, lasciando che sia poi la propria compagnia di assicurazione a chiedere quanto dovuto a quella del responsabile dell’incidente. Va sottolineato che il risarcimento diretto può essere preso in considerazione solo in sinistri “semplici”, ovvero:
Nel caso in cui, per qualsiasi motivo, l’indennizzo diretto non possa essere richiesto, sarà necessario procedere normalmente, e quindi come si è sempre fatto anche prima del 2007. La richiesta del risarcimento dei danni andrà quindi fatta alla compagnia assicurativa della controparte, e quindi in questo caso alla compagnia dell’automobilista che ha causato lo scontro. Nelle settimane successive la compagnia assicurativa si occuperà di stabilire l’esatta percentuale di colpa, a partire da tutte le informazioni a propria disposizione. Nel caso di constatazione amichevole firmata da entrambi i soggetti coinvolti, l’offerta di risarcimento avviene entro 30 giorni; in caso contrario, il periodo massimo è fissato a 60 giorni.
Ipotizziamo ora che, nell’incidente tra moto e auto, sia coinvolto anche un passeggero che viaggiava con il motociclista. I danni subiti dal passeggero verranno risarciti sempre dalla compagnia assicurativa del responsabile, sia esso il motociclista stesso o la persona che stava al volante dell’auto. In tutti i casi il passeggero dovrà poter dimostrare un concreto nesso causale tra le lesioni e l’incidente.
Certe volte non solo ci si trova coinvolti con la propria moto in un incidente causato dall’auto. A volte infatti la sfortuna è ancora maggiore, ritrovandosi ad avere a che fare con una vettura non assicurata, o in ogni caso con polizza non valida. Cosa si può fare a quel punto? É bene sapere che in casi come questo è possibile accedere al Fondo di Garanzia Vittime della Strada, così da avere il risarcimento che il responsabile non è in grado di garantire. Tale Fondo va a indennizzare anche i danni causati da veicoli non identificati, e quindi da vetture che, dopo aver causato un sinistro, fuggono senza lasciare traccia.
E se invece il sinistro fosse avvenuto all’estero? Qui, a prescindere da tipologia dei mezzi coinvolti e da responsabilità, è importante assicurarsi che il paese in cui ci si trova faccia parte del sistema della Carta Verde. In questi paesi infatti sono garantite delle procedure snelle per attivare il processo di risarcimento, attraverso dei mandatari nominati in Italia dall’assicurazione dell’altro veicolo. In altri casi, invece, può essere necessario inviare la richiesta di indennizzo direttamente sia all’assicuratore, sia al proprietario del veicolo. Nel caso in cui l’incidente avvenga su territorio italiano ma sia causato da un veicolo immatricolato all’estero – ma in un paese con Carta Verde – sarà necessario chiedere l’indennizzo all’Ufficio Centrale Italiano.