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Incrocio a raso: quali sono le regole del Codice della Strada?

Chissà cosa potrebbe pensare un uomo dell’antichità nel vedere la nostra moderna infrastruttura stradale. Lunghissimi nastri di asfalto, guardrail, sovrapassaggi, sottopassi, rampe di accelerazione, caselli, semafori, rotatorie, marciapiedi. Certo, già i romani, con l’espansione delle consolari durante il regno di Domiziano, avevano raggiunto ben 80 mila chilometri di strade, suddivisi su oltre 370 arterie maestre. Ma è dall’introduzione dell’automobile in poi che il sistema stradale è andato perfezionandosi, con una complessità sempre maggiore, dettata dal moltiplicarsi dei mezzi e delle strade stesse. Ed è proprio per la grande quantità di strade presenti che chi si muove in auto affronta continuamente delle intersezioni, a partire dagli incroci a raso, tra i punti più delicati dell’intero sistema stradale. In queste tratti stradali infatti veicoli provenienti da diverse direzioni finiscono per incrociarsi l’un l’altro: è solo grazie alla presenza di precise regole che gli incroci non vedono scontri continui. Cosa dice il Codice della Strada a proposito degli incroci a raso?

Incrocio a raso: quali sono?

Il nostro sistema stradale conosce diverse tipologie di incroci, i quali possono essere suddivisi, per comodità, in due grandi gruppi. Da una parte ci sono le intersezioni a livelli sfalsati, e dall’altra ci sono per l’appunto gli incroci a raso. Come si può immaginare le intersezioni di questo secondo gruppo richiedono un’attenzione ben maggiore: il medesimo livello stradale, infatti, si trova a ospitare veicoli che si muovono in direzioni opposte, incrociandosi tra loro. Non è un caso se gli incroci a raso trafficati presentano un’attenta regolazione del traffico, attraverso appositi segnali orizzontali e verticali.

Le intersezioni a livello sfalsato

Prima di concentrarsi sulle regole per affrontare correttamente un incrocio a raso, vale la pena descrivere brevemente le intersezioni a livello sfalsato. Si parla di incroci con strade su più livelli, con rampe, sottopassaggi o sovrapassaggi. Come si può immaginare queste intersezioni sono molto più sicure rispetto agli incroci a raso, non comportando l’incrocio reale dei veicoli. Non è un caso e le intersezioni a livello sfalsato sono le uniche ammesse lungo la rete autostradale italiana. Gli incroci su livelli differenti, però, richiedono molto spazio a disposizione per costruire le rampe, nonché budget importanti. 

Tipologie di incrocio a raso

Messe da parte le intersezioni a livello sfalsato, vediamo quali sono le tipologie di incrocio a raso. A cambiare possono essere prima di tutto il numero di bracci della strada, che possono essere 3, 4 o più, a formare intersezioni stradali molto complesse. Ma non si parla solo del numero di strade che si incrociano. Anche il modo di incrociarsi di questi bracci può variare, così da avere incroci di forme diverse. Possiamo per esempio avere il classico incrocio a T, con una strada che termina incrociando perpendicolarmente un’altra strada, dando potenzialmente due opzioni al veicolo che lo affronta. Ci sono poi incroci a Y, incroci a X e via dicendo. E sì, ovviamente fanno parte degli incroci a raso anche quelle particolari intersezioni che conosciamo come rotatorie, le quali però costituiscono una specie di mondo a parte (sul quale ci soffermeremo più tardi).

A mutare tra un incrocio e l’altro è poi il modo attraverso il quale il traffico viene regolato. Pensiamo agli incroci che si incontrano su strade poco o per nulla trafficate, come potrebbe accadere in campagna, su stradine strette che corrono tra campi. In quel caso ci si potrebbe trovare di fronte a degli incroci a raso del tutto muti, senza segnali verticali né orizzontali. In queste situazioni vige la regola di base della precedenza a destra, come sottolineato nell’articolo 145 del Codice della Strada. Nel caso di strade più trafficate, invece, si incontreranno delle segnalazioni specifiche, che imporranno ai veicoli di dare precedenza, di fermarsi alla linea dello stop, oppure di impegnare l’incrocio, avendo la precedenza sugli altri. Anche in questo caso, va sottolineato, è sempre però necessario rallentare e prestare attenzione, per assicurarsi che gli altri veicoli rispettino le regole, così da non provocare incidenti.

Ci sono infine gli incroci a raso regolati da semaforo. Qui non ci sono dubbi: con il verde si passa, con il giallo chi non sta già impegnando l’incrocio deve fermarsi, mentre con il rosso è d’obbligo fermarsi alla linea dello stop.

Esistono, va detto, anche degli incroci con tutta una serie di segnali orizzontali particolari, nelle strade più trafficate. In prossimità di queste intersezioni si creano infatti due o più corsie, in modo da “incanalare” da una parte o dall’altra i veicoli in base alla direzione che prenderanno all’incrocio. I canali tipici su una strada a due corsie sono per esempio la corsia destra dedicata a chi deve svoltare a destra, e quella a sinistra per chi vuole continuare dritto.

Il caso peculiare della rotatoria

Come abbiamo visto, la rotatoria è una tipologia peculiare di incrocio a raso. Si tratta di un’intersezione introdotta abbastanza recentemente nel nostro sistema stradale. Se infatti è vero che la prima rotatoria è stata realizzata a Londra nel 1819, è anche vero che in Italia la prima vera e propria rotatoria è stata costruita solo nel 1989, a Lecco. Indubbiamente, questo particolare sistema di incrocio a raso tra due o più strade permette di ridurre in modo significativo gli scontri. L’idea è quella di eliminare quando possibile stop e semafori, dando maggiore fluidità al traffico. Ma non solo, approcciandosi a una rotatoria un veicolo non può che rallentare in modo netto, per affrontare un incrocio “lento” che, inoltre, dà la possibilità di effettuare comodamente e in modo sicuro un’inversione. Non stupisce quindi il fatto di ritrovarsi di fronte a un importante fiorire di rotatorie in tutte le località italiane, che nel corso degli ultimi tre decenni hanno visto moltiplicarsi queste intersezioni a raso ad anello.

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