Luci abbaglianti e anabbaglianti: come e quando si usano? Tutte le nostre automobili sono fornite di luci di posizione, di fari antinebbia nonché di luci abbaglianti e anabbaglianti. Intorno a queste ultime due tipologie di fari c’è sempre un filino di confusione, con molte persone – soprattutto chi ha effettuato l’esame della patente molti anni fa – che non ricordano i relativi divieti. Ma quando vanno usate obbligatoriamente le luci anabbaglianti? E quando, invece, non possono essere accesi i fari abbaglianti? Vediamo cosa dice il Codice della strada circa l’utilizzo di queste luci!
Partiamo con le luci anabbaglianti, ovvero con i proiettori dell’auto utilizzati più spesso. Parliamo infatti di fari pensati per illuminare le immediate vicinanze dell’automobile (si parla di un minimo di dieci metri di illuminazione). I proiettori anabbaglianti creano una luce bianca o gialla; sul cruscotto la spia delle luci anabbaglianti è di colore verde.
Ma cosa dice il Codice della Strada nello specifico per quanto riguarda l’utilizzo corretto delle luci anabbaglianti?
L’utilizzo di questi fari è obbligatorio in queste situazioni:
Se è vero che i fari anabbaglianti sono realizzati e installati in modo da non ridurre la visibilità degli altri conducenti, è vero anche che, se installati in modo scorretto, possono causare problemi. Per questo è necessario porre attenzione all’omologazione delle lampade, al loro montaggio e alla loro regolazione.
Buona parte dell’utilizzo corretto delle luci abbaglianti è ricavabile, di fatto, dalle regole relative alle luci anabbaglianti. Le norme contenute nel Codice della strada in relazione a questi proiettori sono la conseguenza della loro potenza, tale da illuminare molti metri di strada, ma anche da abbagliare in modo pericoloso gli altri conducenti.