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Posto di blocco: le conseguenze per chi non si ferma

Non è una di quelle visioni che ti mettono di buon umore. Nella maggior parte dei casi, peraltro, non ci sono motivi per allarmarsi. Gli pneumatici sono in buono stato, le lampadine dei fari funzionano tutte, la revisione è stata fatta, la targa è perfettamente leggibile. E ancora, il premio dell’assicurazione è pagato, il limite della velocità è stato rispettato, non si superano i limiti alcolemici. Insomma, nella maggior parte dei casi non c’è assolutamente nulla da temere da un posto di blocco. Eppure, in realtà, nessuno – o quasi – è felice di essere fermato dalle forze dell’ordine. Perché è un contrattempo che allunga il viaggio e provoca ritardi, perché i carabinieri e la polizia ci mettono in soggezione, perché in fondo in fondo siamo convinti che ci sia sempre qualcosa di ‘migliorabile’. Per ridurre al minimo l’ansia, quindi, è bene conoscere per filo e per segno cosa succede durante un posto di blocco, così da sapere cosa aspettarsi. Ed è bene anche sapere cosa succede a chi non si ferma ai posti di blocco, magari in preda a un’agitazione spesso immotivata. Iniziamo, per chiarezza, a spiegare qual è la differenza tra un posto di blocco e un posto di controllo.

Il posto di controllo: cos’è e cosa succede a chi non si ferma

Spesso, nel linguaggio quotidiano, si indica un semplice posto di controllo con il termine posto di blocco. Le due cose, però, sono decisamente diverse, anche se tutte e due indicano le forze dell’ordine che impongono l’alt a un veicolo. Il posto di controllo è senz’altro la situazione più comune in cui ci si può trovare – anche se va detto che, in entrambi i casi, il controllo si può risolvere in semplice routine.

Il posto di controllo è costituito da una singola pattuglia di forze dell’ordine, costituita variabilmente da due o da tre agenti in uniforme, e ben visibili e riconoscibili a distanza. Un posto di controllo non ferma tutte le automobili, alzando la paletta per fermare solo alcuni veicoli, uno alla volta, uno dopo l’altro. Nel momento in cui gli viene intimato l’alt con la paletta, il conducente ha l’obbligo di fermarsi e di accostare, spegnendo il veicolo, senza però scendere da esso. A regolare il comportamento del conducente è l’Articolo 192 del Codice della Strada. Una volta fermo, il conducente deve esibire tutta la documentazione di rito, e quindi patente e libretto. Oltre a queste carte, gli agenti potranno controllare anche lo stato del veicolo, a partire dall’usura degli pneumatici e dalla loro corrispondenza con quanto indicato sul libretto di circolazione. Se il veicolo non fosse giudicato in grado di continuare a circolare in sicurezza (in caso, per esempio, di gomme lisce o di fari rotti) si potrà arrivare al blocco e quindi al carro attrezzi.

Un controllo di routine può terminare qui. Altre volte, invece, gli agenti possono decidere di ispezionare il bagagliaio dell’automobile. In questo caso, dovranno chiedere al conducente di aprirlo (gli agenti non possono farlo). Va sottolineato che il conducente che si rifiuta di aprire il bagagliaio va incontro alla medesima sanzione pensata per chi non si ferma a un posto di controllo, tra gli 84 e i 335 euro. Insomma, meglio aprire il bagagliaio senza pensarci due volte.

Oltre a perquisire il bagagliaio, gli agenti possono procedere anche alla perquisizione personale, nel caso in cui ci siano dei motivi che li spingono a sospettare la presenza di armi o di sostanze stupefacenti. In tutti i casi, alla fine della perquisizione, gli agenti sono tenuti a redigere un verbale, da consegnare poi in copia a ogni persona perquisita.

Cosa succede a chi non si ferma al posto di controllo nel momento in cui gli agenti alzano la paletta? Ebbene, oltre alla già citata multa da 84 a 335 euro, si va incontro a una decurtazione di 3 punti dalla patente.

Questo è il posto di controllo: vediamo ora cos’è il posto di blocco

Il posto di blocco: cos’è e cosa succede a chi non si ferma

Se il posto di controllo è la classica pattuglia a bordo strada, il posto di blocco viene invece istituito in situazioni eccezionali. Non si parla più di una sola pattuglia e di due o tre agenti, quanto invece di più pattuglie che controllano tutte le automobili. A differenza del posto di controllo, il posto di blocco non si traduce in una fermata a bordo strada una tantum. A volte il blocco coinvolge entrambi i sensi di circolazione della strada, mentre altre volte si costituiscono delle corsie di canalizzazione, con l’eventuale ausilio di bande chiodate antifuga. Si tratta, insomma, di un fenomeno che coinvolge molto automobilisti allo stesso momento.

Il posto di blocco è preceduto da un apposito cartello stradale. Si tratta di un cartello tondo, con bordo rosso e interno bianco, del tutto simile al segnale di divieto di transito. In questo, però, campeggia la scritta nera “Alt – Polizia”, separata da una grossa linea nera orizzontale.

Cosa succede a chi non si ferma al posto di blocco? Ebbene, in questo caso la faccenda è decisamente più seria, viste le motivazioni che spingono gli agenti ad allestire il posto di blocco. In casi del tutto eccezionali, inoltre, si potrebbe arrivare a dire di non aver visto un posto di controllo: questo è del tutto impossibile nel caso di un posto di blocco. Chi non si ferma, dunque, va incontro a una multa molto salata, che parte da 1.324 euro e può arrivare fino a 5.302 euro. Alla sanzione pecuniaria si aggiunge quella amministrativa accessoria, con la decurtazione di 10 punti dalla patente di guida. Se nel superare il posto di blocco il conducente mette a rischio l’incolumità degli agenti, nonché in generale la sicurezza degli altri utenti della strada, incorre nel reato di ‘resistenza a pubblico ufficiale‘. In tal caso si entra nel penale, con la reclusione da un minimo di 6 mesi a un massimo di 5 anni. Non va peraltro esclusa a priori la possibilità di una reazione da parte degli agenti di fronte al tentativo di forzare un posto di blocco.

Riassumendo: posto di controllo o posto di blocco, è sempre decisamente il caso di fermarsi!

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