Le regole relative alla segnaletica degli autovelox, possiamo certamente ammetterlo, non sono tra le più conosciute del Codice della Strada. Per tanti motivi: prima di tutto perché l’autovelox è tutto sommato un dispositivo recente. Ma anche perché le regole relative al suo utilizzo sono cambiate parecchie volte. E ancora, perché molto spesso queste stesse norme sono state applicate in modo un po’ fantasioso, così da aumentare l’incertezza intorno alla segnaletica degli autovelox. Ne consegue dunque che tantissimi automobilisti, in realtà, non sanno bene cosa aspettarsi quando vedono un cartello che indica la rilevazione elettronica della velocità. E, a dire il vero, in molti non sanno cosa aspettarsi anche quando non vedono alcun autovelox. La presenza dei cartelli segnaletici è obbligatoria? E qual è la loro distanza minima? E quella massima? Vediamo cosa dice il Codice della Strada, nonché come si è espressa la Cassazione di fronte ai tanti dubbi.
Indubbiamente ti sei già imbattuto nei grandi cartelli a sfondo blu che riportano la scritta “Controllo elettronico della velocità”. Forse le prime volte in cui hai visto questi segnali hai moderato la velocità – nel caso tu stessi viaggiando sopra ai limiti – nella convinzione di vedere spuntare, da un momento all’altro, un autovelox. Con il tempo, però, avrai imparato che non sempre quei cartelli indicano l’effettiva presenza di un dispositivo per il rilevamento della velocità. Anzi, la segnaletica dell’autovelox è di frequente posta lì dove di questi dispositivi non c’è nemmeno l’ombra. Di più: chi percorre quotidianamente queste strade scopre che, molto spesso, nonostante la presenza del cartello non c’è mai una pattuglia con l’autovelox. Questo perché, per lungo tempo, sia l’Anas che i Comuni hanno utilizzato questi cartello come deterrente, senza effettivamente posizionare degli autovelox. Ma così si è ottenuto l’effetto opposto: sapendo che si trattava di una minaccia a vuoto, gli automobilisti hanno iniziato a trascurare le segnaletiche dell’autovelox, perlomeno lungo le strade conosciute.
Per questo motivo, è stato disposto l’obbligo di un secondo cartello per quanto riguarda la segnaletica degli autovelox. Ma prima di passare al secondo, vediamo quali sono attualmente le norme che regolano il primo: questo deve essere posto entro 4 chilometri dall’autovelox. Se questo è posto a una distanza maggiore, di fatto la multa deve essere considerata illegittima. La Cassazione ha invece affermato che non esiste una distanza minima: la presenza dell’autovelox deve però essere segnalata “con adeguato anticipo”, per evitare pericolose frenate in corrispondenza del cartello.
Il segnale che indica la presenza dell’autovelox, come riportato nella direttiva Minniti del 2017 e come sottolineato poi dalla Cassazione, deve essere inoltre perfettamente visibile. Non è obbligatorio, però, che questo sia accompagnato da un cartello che indica il limite di velocità di quel tratto stradale. Più precisamente, se questa indicazione manca, si deve dare per scontato che il limite massimo sia quello classico, ovvero 50 chilometri orari nei centri abitati, 90 chilometri orari nelle extraurbane secondarie e via dicendo.
Sempre nella direttiva Minniti è stato introdotto il secondo cartello per segnalare la presenza dell’autovelox. Questa aggiunta al Codice della Strada è stata fatta per aggirare il caos creato dai cosiddetti “finti cartelli” di cui abbiamo parlato sopra, i quali, va sottolineato, possono essere tuttora usati. Ma quando deve essere utilizzato questo secondo cartello che segnala la presenza dell’autovelox? Ebbene, questo secondo segnale è di tipo mobile, e quindi può essere posizionato e rimosso in modo veloce. La direttiva prevede che debba essere utilizzato in tutte quelle occasioni in cui l’utilizzo dell’autovelox per controllare la velocità dei veicolo è definibile come sporadico. In questo casi, per l’appunto, gli agenti che posizionano l’autovelox devono anche esporre il cartello mobile qualche decina di metri prima del rilevamento. Si tratta di un segnale di dimensioni ridotte, estremamente semplice, che può limitarsi a esporre la riconoscibile icona che indica il cappello della polizia.
E quando, invece, questo secondo cartello non deve essere utilizzato? Il primo cartello è sufficiente nei casi in cui i controlli con l’autovelox siano effettuati periodicamente, o ancora meglio, in modo sistematico. In questi casi, il secondo cartello non è obbligatorio. Resta da capire, però, quando si può parlare di un controllo della velocità non sporadico. Si tratterebbe di fatto di controlli che rientrano in una precisa pianificazione concordata dalla Prefettura a livello provinciale, con le forze dell’ordine che decidono di garantire degli appostamenti regolari in un dato periodo.
Nel corso degli anni la Cassazione ha contribuito via via a rendere più preciso l’utilizzo legittimo dell’autovelox e dei relativi segnali. Con la sentenza n. 6407 pubblicata 05 marzo 2019 la Corte di Cassazione ha per esempio chiarito che la le postazioni di controllo non devono essere solo ben segnalate, ma anche chiaramente visibili. Per questo è richiesta, per esempio, la presenza di personale in uniforme e, se possibile, dei classici autoveicoli di esercizio. Diverse sentenze hanno poi chiarito che la multa per eccesso di velocità può essere annullata se la PA non ha effettuato le necessarie verifiche di taratura. E ancora, la Cassazione ha annullato delle sanzioni per la mancata segnalazione del dispositivo, o ancora per la mancata ripetizione di uno specifico limite di velocità dopo un’intersezione.
I dispositivi COYOTE sono pensati per mettere gli automobilisti al sicuro dalle multe per eccessi di velocità. Questi segnalatori avvisano il conducente della presenza di autovelox fissi, di autovelox mobili e di zone a rischio. Ma non è tutto qui: i segnalatori COYOTE, infatti, fanno di più, indicando in tempo reale il limite di velocità consentito in quel preciso tratto stradale, accostato alla velocità reale del veicolo. In questo modo le possibilità di incorrere in una sanzione per eccesso di velocità si riducono praticamente a zero. E queste, va detto, sono solamente alcune delle tante funzioni dei segnalatori COYOTE, che persino nella loro versione più semplice presentano la modalità di previsione dell’itinerario e il riconoscimento vocale.