Ecco uno di quei quesiti che mette spesso in imbarazzo gli studenti alle prime lezioni per la patente di guida, nonché, va detto, anche alcuni conducenti non molto attenti ai segnali stradali. Qual è la differenza tra sosta e fermata? E, ancora più importante, qual è la differenza tra divieto di sosta e divieto di fermata? E dove si situa in questo binomio il parcheggio? Certo, tutti sappiamo che quando si parla di sosta e di fermata ci si riferisce a un veicolo che si ferma: fino a qui non serve certo aver studiato in modo particolarmente attento. Non tutti, però, sanno quando si passa da una situazione all’altra, e questa leggerezza può costare cara: le multe per divieto di sosta e di fermata, infatti, non sono leggere. E, va detto, sono anche tra le più comuni, proprio perché molte persone – spinte spesso dall’assenza di parcheggi liberi nei centri cittadini – finiscono per parcheggiare il veicolo in zone proibite. Per ridurre la possibilità di andare incontro a multe salate, quindi, è davvero il caso di studiare la differenza tra sosta, fermata e parcheggio.
Prima di andare a vedere qual è la differenza tra sosta e fermata, è senz’altro il caso di imparare a distinguere il segnale di divieto di sosta da quello di divieto di fermata. Si tratta in effetti di cartelli stradali molto simili, che differiscono per un solo particolare. Il segnale che prescrive il divieto di fermata è tondo (come tutti i segnali di prescrizione), presenta uno sfondo blu e un perimetro circolare rosso, nonché due sbarre rosse, a formare una croce inclinata. In assenza di iscrizioni integrative, il segnale di divieto di fermata è da intendersi valido 24 su 24 e 7 giorni su 7, nei centri abitati come fuori città. Se integrato da un piccolo cartello bianco portante la scritta ‘Fine’, indica, da quel punto in poi, il termine del divieto di fermata. Questo segnale, va detto, vieta sia la fermata che, di conseguenza – come vedremo poi – la sosta.
Il segnale di divieto di sosta è del tutto simile al cartello che vieta la fermata. Al posto della croce, però, vi è soltanto una barra singola rossa, che attraversa il segnale dall’alto a destra fino al basso a sinistra. Tutto quello che è stato detto per il segnale precedente vale anche per questo. Va sottolineato, però, che il divieto di sosta non proibisce la fermata.
La differenza tra sosta e fermata è estremamente chiara: queste due situazioni e i relativi divieti sono infatti spiegati esaustivamente dagli articoli 7,157, 158 e 159 del Codice della Strada. Con il termine ‘fermata’ si indica una situazione in cui un veicolo sospende temporaneamente la marcia, comportamento che, come anticipato, è permesso anche in presenza di divieto di sosta. Ma cosa si intende per ‘temporaneamente’? Ebbene, una sospensione è temporanea quando dura lo stretto tempo necessario per consentire la discesa o la salita di un passeggero, o qualsiasi altra attività caratterizzata da una durata minima. Fermare la propria automobile e correre al bar per un caffè veloce, di fatto, non corrisponde a una fermata, per due motivi. Prima di tutto, difficilmente sarà possibile rispettare delle tempistiche così strette. Secondariamente – e soprattutto – il Codice della Strada prevede che, durante la fermata, il conducente sia sempre presente, e quindi pronto a riprendere la marcia in qualunque momento. Cosa significa tutto questo? Durante la fermata il conducente non può forse lasciare il posto di guida? In realtà sì, il guidatore può scendere dall’auto, aprire il bagagliaio, aprire la portiera per far scendere o salire un passeggero, e magari potrà persino buttare una cartaccia in un vicinissimo cestino. Ma dovrà sempre essere vicino alla macchina, per essere pronto a spostarla senza indugio. In ogni caso, va detto, la fermata del veicolo non deve essere d’intralcio alla circolazione.
Abbiamo visto, dunque, cos’è la fermata. Vediamo ora cosa è la sosta. Qui scompare il carattere temporaneo dell’arresto del veicolo. La marcia viene sospesa come nella fermata, ma non più per un arresto veloce, per riprendere obbligatoriamente la strada in pochi secondi. La sosta, che si può prolungare nel tempo, non obbliga il conducente a stare nei pressi dell’automobile. In ogni caso, la sosta – che non è possibile lì dove appositamente specificato dai segnali di divieto di sosta e di fermata – deve essere fatta nel rispetto degli altri utenti della strada. In particolare, è necessario prestare una cura particolare ai pedoni: in assenza di marciapiede rialzato, il veicolo deve essere sì lontano dall’intralciare il traffico, ma non può nemmeno ostruire il passaggio ai pedoni. Il transito di questi ultimi deve essere sempre garantito, lasciando uno spazio non inferiore al metro.
Diverso ancora, a essere precisi, è il caso del parcheggio. Si può parlare propriamente di parcheggio quando il veicolo viene posteggiato al di fuori dalla carreggiata, in un’apposita area segnalata.
Sosta e fermata sono sempre vietate in corrispondenza e in prossimità di passaggi a livello, nelle gallerie, nei sottovia e nei sovrapassaggi, nonché su dossi e curve. Non è possibile arrestare il veicolo in luoghi in cui questo oscura altri segnali stradali, né, ovviamente, su passaggi pedonali o ciclopedonali. Va sottolineato, inoltre, che né la fermata né la sosta sono possibili negli spazi riservati alla ricarica dei veicoli elettrici. La sosta, invece, è sempre vietata – oltre ai casi visti sopra – in seconda fila (eccezion fatta per i veicoli a due ruote), negli spazi riservati alla fermata dei mezzi pubblici e sulle banchine. È altresì vietata la sosta, anche in assenza di segnale, nelle aree pedonali, nelle corsie riservate ai mezzi pubblici, di fronte ai cassonetti per i rifiuti e nelle aree riservate al carico e scarico.
Chi viola il divieto di fermata o di sosta va incontro a una multa che va dagli 85 euro ai 338 euro (per i ciclomotori e i veicoli a due ruote la multa parte invece da 40 euro).